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La nona stagionale non sarà stata una sinfonia ma di certo un bel sentire

EDITORIALE – La nona stagionale non sarà stata una sinfonia ma di certo un bel sentire ed il merito va, in primo luogo, al direttore Paulo Fonseca, passato in una settimana dalle polveri alle stelle dell’etere romano. Noi lo ritenevamo, e continuiamo a ritenerlo, adeguato alla nostra realtà oltre ad essere un professionista serio ed equilibrato. Caratteristiche dimostrate non nell’ultima settimana ma nell’arco di quattro mesi, nei quali ha cambiato fisionomia alla squadra con grande lucidità nonostante in tanti lo accusassero di essere in totale confusione. Ma non solo. Nel “fattaccio” di Verona ha palesato un non scontato attaccamento alla maglia, evitando atteggiamenti alla Conte (quello dell’Inter ndr), mettendo così l’interesse della Roma davanti al proprio. Un ragionamento che può essere riproposto anche per la figura del direttore sportivo, tassello fondamentale per strutturare la società. Guardando al recente passato e al rendimento di alcuni giocatori si può iniziare a dare il giusto valore al lavoro di Gianluca Petrachi, probabilmente la persona giusta al posto sbagliato. Troppe volte si sono giustificate rivoluzioni a Trigoria per presunti limiti caratteriali, un modo autoindulgente per ammettere di non essere riusciti a mettere dei professionisti nelle condizioni di operare al meglio. Con l’arrivo della nuova proprietà speriamo sia definitivamente tramontato il tempo dei messia e delle primedonne, buoni per alimentare discussioni mediatiche ma inutili per mettere trofei in bacheca.

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