ROMA-CLUJ. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI
I romanisti Gigi Proietti lo portano nel cuore, nel viso stralunato da un lutto percepito come innaturale, nei ricordi e nelle espressioni che strappano un sorriso ogni volta che lo si cita, che lo si citerà. Poi, parlando della sua squadra, lo portano anche al braccio e se permettete in questo caso si sentono più orfani che semplicemente addolorati.
Lo spettacolo, mai citazione fu più centrata, deve andare avanti. Ma che fatica, stavolta…
Ciò detto, la contingenza ci porta a parlare della Roma; anzi: della Roma di Europa League e questo distinguo comporta un automatico fastidio, “romanisticamente” parlando: la squadra che ammiriamo in campionato, quella che ha regolato in modo perentorio la più che decente Fiorentina, in Europa League non è dato vederla, per una serie di motivi: alcuni condivisibili, altri meno. Di certo, è questione di misura. Cioè di entità delle rotazioni. Perché, al di là delle dichiarazioni di Fonseca, piene di slanci e volte a solennizzare l’appuntamento, poi è l’undici titolare che leggiamo sulla distinta, a tradire le intenzioni.
Perché un conto sono le dichiarazioni ufficiali della vigilia, di prammatica se non addirittura scontate; un conto sono, poi, i nomi che si leggono sulla distinta ufficiale. E da quello si capisce il peso che tecnico e società attribuiscono all’impegno. Quindi riecco Borja Mayoral in attacco, ovviamente Pau Lopez tra i pali, si rivede Fazio nella triade difensiva, un Villar ricco di personalità e a volte osé nell’assunzione di rischio tra mediana e trequarti.
Gli uomini di Dan Petrescu, teoricamente l’ostacolo più probante del girone, si rivelano invece i più arrendevoli, soprattutto in ragione e per colpa del momento che stanno attraversando, a cominciare dal tecnico, praticamente in via di autoesautorazione.
Potremmo dire che comincia subito la partita della Roma e finisce nello stesso momento quella del Cluj. Come se col gol di Mkhitaryan, che colpisce di testa indisturbato, l’attuale fragilità emotiva di Deac e compagni prenda definitivamente corpo.
Rotazioni, messa a punto della preparazione o del definitivo recupero di qualche titolare, vedi Smalling.
In vetrina, la doppietta e il sorriso ritrovato di Mayoral, una incertezza palesata da Pau Lopez, il giovane Milanese assist – man per un Pedro delude, il fatto che il Girone A stasera abbia trovato il padrone definitivo.