RASSEGNA STAMPA

La svolta della Roma. Tamponi tutti i giorni

(IL TEMPO) Una catena di contagi che sembra non volersi fermare e che rischia di destabilizzare il calcio professionistico. Tra nuovi focolai e polemiche per falsi positivi, i protocolli per la sicurezza dei calciatori, definiti a maggio dalla Lega Serie A e adottati finora, iniziano a sembrare insufficienti a contenere l’offensiva del Covid sui campi di calcio. Per far fronte al rischio di contagi, la Roma ha sperimentato un sistema tutto suo e i risultati sembrano incoraggianti. Al punto che anche la Federcalcio, nella serata di ieri, ha recepito l’innovazione. La novità? L’impiego sistematico del tampone «rapido». Ogni giorno al loro arrivo al Fulvio Bernardini, giocatori e staff del club giallorosso si cambiano in stanze singole del centro sportivo e vengono sottoposti al test antigenico. Quindici minuti circa per sapere se raggiungere il gruppo o finire in isolamento in attesa di effettuare quello molecolare di conferma. Sono una cinquantina i tamponi rapidi effettuati quotidianamente a Trigoria da un infermiere ingaggiato ad hoc per questa mansione. Leggermente meno affidabile, ma anche meno invasivo e dal risultato quasi immediato, questo dispositivo sarebbe in grado anche di estinguere il rischio, legato ai tempi di incubazione, che caratterizza l’uso esclusivo dei tamponi molecolari: intensificare i test permette infatti di evitare che i giocatori sviluppino la positività tra un esame e l’altro e finiscano per contagiarsi tra loro, in allenamento o al momento di scendere in campo. Per lo stesso motivo il presidente della Federcalcio Gravina ha integrato ieri il protocollo nazionale con la possibilità di utilizzare anche il test antigenico in prossimità delle partite. Ma non è solo la serie A a fremere in cerca di soluzioni per arrestare la curva dei contagi: in molti infatti si stanno muovendo in autonomia per salvaguardare la salute dei propri tesserati. Così ad esempio, la divisione calcio femminile, che ha disposto la sospensione del campionato Primavera fino a data da destinarsi. Una scelta che prescinde dalle indicazioni dell’ultimo Dpcm,ma che è sembrata una strada «obbligata» per preservare la salute delle atlete, tra le quali ormai il numero di contagi era in spaventosa escalation. In attesa che dirigenti sportivi e politici trovino una soluzione in grado di rendere più efficace il monitoraggio dei gruppi squadra, club e federazioni sono quindi chiamati ad arrangiarsi da sé. E per ora solo la società di Friedkin sembra aver trovato una strada efficace subito fatta propria dalla Federcalcio. E con i soli Calafiori e Diawara ancora in quarantena, per lo scontro di Ognissanti con la Fiorentina, Fonseca può tirare un sospiro di sollievo.

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