VERONA-ROMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI
Il Verona è rimaneggiato, la Roma è incompleta: questa la sintesi dell’antipasto dialettico servito alla vigilia da Juric e Fonseca, che hanno avuto entrambi ragione da vendere.
Siamo oltre la metà di settembre, ma mai come in questo inizio di campionato la prima giornata è rubricabile alla voce “calcio d’agosto”: procrastinate le date del mercato, anomala la preparazione, ancora vuota e chissà per quanto la cornice.
Più della questione tattica, intrigante sulla carta, pesano stasera gli stati d’animo, su tutti quello di Edin Dzeko, convocato da ex, in pratica; Mattia Pascal spaesato e ancora vestito con gli abiti della vita che fu. Ma sarà poi così certo che il giro di mercato andrà a concludersi con tutte le tessere del mosaico al posto che da giorni diamo per scontato? Diciamo che, al momento in cui scriviamo, potremmo cambiare la definizione aggiornandola da certo a molto probabile.
Il primo tempo della Roma, con Spinazzola nella versione migliore, dice di un predominio crescente al punto tale da far lamentare, vecchio discorso questo, la scarsità di pericolosità delle conclusioni.
Karsdorp: buon inizio, con la giusta intensità; trascorre nel guscio la seconda metà del primo tempo.
Pedro: da piccoli particolari si intuisce lo status del grande giocatore rispetto al giocatore normale. Deve forse ancora digerire, ma è normale, quanto brutto sporco e cattivo sia il campionato italiano.
Il primo tempo si chiude con un miracolo di Mirante, anche questo va messo a bilancio.
Il secondo tempo trova un Verona che fa e sviluppa tutto il gioco che può, pur perdendo uomini in corso d’opera. Dalla Roma, al ritorno in campo, ci si aspetterebbe l’accelerazione finale, per approdare al vantaggio, magari passando per una maggiore essenzialità sotto porta. Nessun cambio di Fonseca, fino al minuto settantadue, quando si ferma Karsdorp e si rivede Santon. Forse un po’ poco, anche a livello di cambi in corsa.
Anche perché il primo cambio vero arriva quando Kluivert rileva Pellegrini, minuto settantotto.
Il Verona produce, nel finale, occasioni pericolose, compreso un palo interno di Dimarco.
Arriva anche la traversa di Spinazzola, il migliore della Roma per distacco, dopo una esecuzione mirabile in palleggio.
Arriva Villar per Diawara al minuto ottantotto: cambio velleitario, che nulla aggiunge e nulla sottrae.
Alla fine, dopo i tre minuti di recupero decretati da Chiffi, arriva un pareggio carico di perplessità: le stesse, almeno a giudizio di chi scrive, che avevano accompagnato la riconferma di Fonseca.