Stadio: l’eredità scomoda che imbarazza il Comune
(IL MESSAGGERO) Con il passaggio di testimone al vertice della Roma, l’attenzione si concentra ancor di più sul secondo snodo fondamentale del futuro giallorosso: l’impianto di proprietà. Con Virginia Raggi che ha già annunciato il proseguimento dell’iter «noi continuiamo ad andare avanti». Ma resta l’incognita sui tempi, anche perché in Campidoglio i dubbi sulla nuova opera all’interno della maggioranza M5S sul progetto non si sono cancellati. E alcuni ambienti pentastellati non nascondono imbarazzo nel portare ancora avanti il progetto. Di certo la realizzazione del nuovo stadio ha già richiamato l’interesse dell’immobiliarista ceco Radovan Vitek, pronto a rilevare le società con cui la Roma aveva programmato di costruire l’impianto. E le due operazioni, nelle intenzioni di Vitek, dovrebbero andare praticamente di pari passo. La road map immaginata dai promotori (e dalla prima cittadina) prevede l’approvazione delle delibere necessarie in assemblea capitolina a settembre (in particolare la convenzione urbanistica) per poi, una volta esaurito l’iter amministrativo con il nuovo passaggio alla Regione Lazio, avviare i lavori nella prossima primavera. Una soluzione che tra l’altro permetterebbe alla sindaca di porre la prima pietra dello stadio in piena campagna elettorale per la tornata di Amministrative del 2021.