SIVIGLIA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – La prima avventura americana è finita come era iniziata: con un’umiliazione europea. Nel 2011 lo Slovan Bratislava; ieri il Siviglia.
Scelte cervellotiche dell’allenatore all’epoca; idem ieri sera. Tutti sapevano non poteva giocare Pau Lopez: Fonseca no.
Squadra spenta, molle, preda degli avversari pieni di presunti “scarti” italiani: una superiorità quella spagnola che, almeno per gli almanacchi, non si è tramutata in un punteggio più largo.
Ibanez non ha colpe: quelle sono tutte di Pallotta, che ha costretto la Roma a giocare con un ragazzo che deve farsi anziché con un campione affermato. Il secondo goal è solo il momento più evidente delle tante ingenuità commesse dal giovane brasiliano.
Pensare che, da almeno un mese, questa era la partita cui ci si preparava…
Dzeko attacca in maniera palese Fonseca: nel nostro piccolo, sono settimane che scriviamo delle marcature a zona sugli angoli; dell’eccesso di costruzione dal basso senza avere interpreti adatti; del fatto che possa generare frustrazione giocare con Bruno Peres (l’avete visto sul goal dell’1-0)? Un pensiero sempre al vituperato Florenzi, che rispetto ai terzini destri della Roma è il miglior Maicon.
Kuipers: ve lo ricordate anni fa a Manchester, con il City? Svenimento di Aguero e rigore per gli inglesi. Non si perde certo per l’arbitro, ma Un atteggiamento così indisponente è figlio del fatto che non si ha alcuna autorevolezza europea.
Anche su questo deve lavorare Friedkin: per favore, però, non iniziamo a dare alibi al texano parlando di “anno di transizione”. I tempi sono stretti ma si lavori per tornare a lottare subito per un posto in Champions. Magari partendo da un grande allenatore italiano come Allegri.
9 anni. Sono sembrati 90.