JUVENTUS-ROMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI
Una partita per modo di dire, nelle premesse. Poi, vera e piuttosto piacevole nei contenuti. Il tabellino delle formazioni traduce innanzitutto un concetto: il reciproco rodaggio in attesa del debutto europeo, la preservazione di quelli che, sperabilmente, saranno i protagonisti in Portogallo e in Germania per i bianconeri e per i giallorossi.
La Roma chiude in vantaggio, meritatamente, il primo tempo, con Calafiori protagonista per il rigore guadagnato e, ancora prima, con una conclusione di piatto, al volo, dal limite che avrebbe già sancito l’uno a due se la palla non fosse uscita per la parabola sul calcio d’angolo da cui era partita l’azione. Al vantaggio di Higuain – ingenuo Zappacosta – aveva risposto di testa un Kalinic tempista e molto ben coordinato nell’imprimere la “frustata” alla palla in torsione.
Zaniolo? Un primo tempo di corsa e di sacrificio; poi si accende a ridosso dell’ora di gioco e, con una veronica di stile adamantino, guadagna il mezzo metro di vantaggio da cui nasce la progressione impressionante, con mezza Juventus che gli arranca appresso. A ridosso dell’area, invece di mettersi in proprio sceglie di inventare un corridoio da “terzo occhio” per favorire la doppietta di Perotti. Gran gesto tecnico, ma anche diplomatico e politico, se si capisce il senso di questi aggettivi.
Bene Villar, molto bene Ibanez, autorevole Calafiori; si è rivisto qualcosa di Ünder.
Alla fine, per quanto relativa possa essere stata, questa vittoria fa assaggiare alla Roma il sapore inedito della prima volta allo Stadium.