SPAL-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – La Roma passeggia sulle ceneri della Spal in un match che non ha sostanzialmente mai avuto storia. Tre punti dovevano essere e tre punti sono stati: l’unico spunto di esaltazione è il capolavoro finale di Zaniolo.
È la serata delle seconde linee redivive: da Kalinic, che con tempismo sfrutta l’errore di Letica (era chiaro già in diretta che il goal fosse regolare…), a Bruno Peres.
Il terzino realizza addirittura una bella doppietta, che nulla sposta sulle qualità complessive di un giocatore non da squadra che dovrebbe puntare in alto.
Nel dopopartita Fonseca ci informa che Pau Lopez non è stato bene: ci prendiamo la giustificazione per le “scampagnate” dello spagnolo in giro per il campo emiliano.
Da un iberico a un altro: vispo Perez, che trova un bel goal (primo in campionato) cercato con caparbietà. La rete che chiude la partita è quella di Kolarov: bene in fase offensiva, si vede in occasione della segnatura di Cerri che la marcatura sull’uomo non è proprio il pane quotidiano del serbo.
Diawara per me sempre meglio in rottura che in costruzione: importante il suo salvataggio sulla linea; Pellegrini entra nel goal del vantaggio, Cristante dà il suo contributo di dinamismo. Fisicamente incoraggianti i 45’ di Zappacosta.
Entra Zaniolo: subito sfiora il malleolo di un avversario, talmente è la voglia di dimostrare. Subisce fallo e ignora la mano protesa del giocatore della Spal. Mi piace, ma nel calcio bisogna anche fare buon viso a cattivo gioco.
Il 22 prende palla da Smalling e va: corsa splendida, forza nelle gambe, lucidità nel dribbling e nel tiro dopo 60 metri di sgroppata. S’inventino qualcosa, prima di cedere al più presto la società, per lasciare al nuovo proprietario – ma soprattutto ai tifosi della Roma – questo patrimonio inestimabile.