Rosella Sensi “Papà fino all’ultimo minuto e all’ultimo secondo della sua vita aveva in testa la Roma”
Nell’anniversario di nascita dello storico presidente della Roma Franco Sensi, la figlia Rosella ne ha parlato sulla pagina facebook di Giuseppe Falcao. Queste le sue parole.
“Quando sono in giro per Roma, le persone che mi fermano e si mettono a parlare con me, si commuovono e anche io faccio fatica a trattenere le lacrime. Vedo nei loro occhi tanto amore, perché il tifoso romanista non dimentica”.
Rosella Sensi chi è oggi?
Una moglie felice e serena e una mamma di due figlie femmine: Livia e Flavia.
Come vivi la Roma?
Da tifosa, come quando ero ragazza. Per farti un esempio ricordo con grande emozione lo Scudetto dell’83 vissuto da dodicenne. Se nomino tuo papà, Agostino, Ancelotti, il grande presidente Viola ancora oggi mi commuovo. Quando mi è capitato di incontrarli, da tifosa mi sono emozionata.
Prima di diventare Presidente, sei stata la figlia di Franco. Che papà è stato?
Un grande papà, che ci ha insegnato tante cose, ma che era soprattutto molto dolce. Mandava avanti molto più mamma nelle cose severe. Ci ha trasmesso con mamma, la grinta, l’ottimismo, la determinazione e naturalmente il grande amore per la Roma.
Che cosa era la Roma per i Sensi?
Per noi la Roma c’è sempre stata anche prima che papà diventasse presidente. Parlavamo di Roma sempre a casa. Papà ci raccontava di quello che aveva fatto nostro nonno per la Roma e quello che aveva fatto lui negli anni sessanta con Anacleto Gianni.
Cosa ti manca dei tuoi genitori?
Quando perdi i genitori ti manca il fiato, ti manca tutto, finisci di essere figlio.
Ti capita mai di pensare a loro durante le partite della Roma?
Quando vedo la Roma la mia mente va spesso a loro. Mi capita di pensare quello che penserebbe mamma o papà. Perché la Roma per noi è una cosa di famiglia e mamma e papà sono la mia famiglia.
Tuo papà e la Roma. Quanto era forte l’amore di Franco Sensi per la Roma?
Papà fino all’ultimo minuto e all’ultimo secondo della sua vita aveva in testa la Roma. Negli ultimi giorni di grande sofferenza in ospedale lui pensava alla Roma e soprattutto a due suoi giocatori. A Francesco (Totti) e a Vincenzo Montella che sono andati a trovarlo.
Il giorno più bello da Presidente di tuo papà?
Certamente il 17 giugno del 2001. Il giorno dello scudetto. Papà lo ricordo emozionatissimo. E’ stata una grandissima gioia per lui e per tutti i tifosi. Solo chi è romanista può vivere emozioni del genere.
Poi è toccato a te, Presidente della Roma, una donna. Quanto è stato difficile per una donna entrare in un mondo come quello del calcio?
Sono stata la seconda presidente donna nella storia della Roma dopo Flora Viola, anche se io avevo una carica più operativa rispetto alla moglie di Dino Viola. Era insolito all’epoca e in parte lo è anche oggi avere una donna come presidente, nonostante ormai le donne inizino ad essere sempre più presenti in questo mondo.
Come era il tuo rapporto con i calciatori?
Ricordo un aneddoto che mi fa sorridere ancora oggi. I calciatori stranieri, quelli appena arrivati alla Roma, quando mi vedevano entrare alla fine della partita dentro lo spogliatoio non si aspettavano di vedere una presidente donna, anche perché loro la trattativa l’avevano fatta con Daniele (Pradè). Soprattutto quando le cose andavano male mi ricordo le facce stupite di questi calciatori nel vedere questa figura femminile inferocita sbraitare.
La cosa che ti rende più orgogliosa dei tuoi anni da Presidente?
Aver mantenuto la squadra ad alti livelli nonostante tutte le difficoltà. Soprattutto aver tenuto la squadra nelle posizioni più alte del Ranking Fifa.
Hai un rammarico di quegli anni?
Un rammarico vero e proprio riguarda una partita, Roma-Sampdoria.
Sei stata anche contestata. Eri dispiaciuta di questo?
Io ho sempre accettato la contestazione del tifoso. Il tifoso ha delle aspettative, vuole vincere. Il tifoso che ti critica in modo educato, io lo capisco, ci sta. Non ho mai accettato le contestazioni fuorvianti, quelle che ti portano ad essere scortato. Quelli non sono tifosi. Ma il tifoso della Roma è anche altro. Ti sa trasmettere un’umanità, un calore, un affetto che è qualcosa di unico.
Luciano Spalletti e Claudio Ranieri. Hai ancora rapporti con loro?
Luciano Spalletti l’ho visto l’ultima volta alla camera ardente di mia madre. Non mi aspettavo la sua presenza. Fu molto carino e affettuoso. Con Claudio Ranieri non ci sentiamo spesso ma è sempre stato presente nei momenti importanti.
Se ti dico Franco Baldini.
Su Franco Baldini posso dire solo una cosa. Non ho mai sentito questo signore ringraziare mio padre. È stato un errore di mio padre farlo entrare nel mondo del calcio a livello dirigenziale. Ma se vi è dentro deve ringraziare Franco Sensi.
Perché è così difficile fare uno stadio a Roma?
Ci ha provato Dino Viola, mio papà, io. Non lo so perché, non ho una risposta. Quello che so per certo è che tutte le squadre debbano avere uno stadio di proprietà.
Ti saresti mai aspettata nel 2020 di essere ancora oggi l’ultimo presidente vincente nella storia della Roma?
Sinceramente avrei preferito di no. Soprattutto perché sono una tifosa della Roma. Quando noi siamo usciti dalla Roma le aspettative che ci avevano presentato erano altre.
Che consiglio daresti ad un eventuale nuovo Presidente?
Quando e se ci sarà un nuovo presidente della Roma, mi farebbe piacere prima di tutto conoscerlo. Cosa che non è mai successa con questa proprietà.