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ROMA-UDINESE. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

Situazione paradossale al punto tale da non capire se essere contenti o preoccupati per il risultato maturato a Bergamo: c’entra, e molto, la percezione circa l’attendibilità residua della Roma come concorrente per il quarto posto. Questo era, anche prima di Milan – Roma, questo è al calcio d’inizio di Roma – Udinese. Con l’aggravante, forse, di aver visto i rossoneri balbettare per larga parte del match che ieri hanno disputato a Ferrara. 

Evitiamo di parlare di Under e della motivazione che non sarebbe in condizione, perché non poteva che essere diplomatico, il tecnico portoghese, in un frangente come questo: questo pensavamo fino alle venti di stasera. Poi il turco te lo trovi in formazione, assieme ad altre sorprese. E allora? 

Sarebbe forse il caso di affrontare l’argomento riguardante il piglio, i toni e i proclami registrati durante la conferenza del tecnico ma ci tratteniamo, perché cartina di tornasole in questo senso è proprio la partita contro gli uomini di Gotti. 
Peggio non potrebbe cominciare, il primo tempo, a livello di dinamismo e di atteggiamento, col pallone che ancora una volta scotta tra i piedi di Diawara e compagni all’interno della metà campo romanista. De Paul e compagni trovano varchi e corridoi nella trequarti con fluidità e buone doti di palleggio; il vantaggio friulano è una conseguenza della capacità di portare fuori posizione gli esterni della Roma. Poi accade anche il fattaccio a livello disciplinare: il fallaccio di Perotti su Becao è plateale e pericolosissimo; non del tutto intenzionale però, anche perché sarebbe del tutto irragionevole, oltre che delittuoso. Quando si chiude il primo tempo uno dei “migliori” della Roma, assieme a Carles Peres e forse Under, è stato Mirante. Questo è già un giudizio, purtroppo. 

Parliamo del secondo tempo, peggiorato per perdita progressiva di quel poco di identità tattica? Del fatto che l’Udinese gestisce i ritmi a piacimento? Di come Dzeko acciaccato in venti minuti abbia prodotto qualcosa in più di tutto il reparto d’attacco nei primi settanta? 

Finisce col torello dell’Udinese. Una tifoseria intera, per quanto assente, merita le scuse di qualcuno. Di più di qualcuno. 

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