BRESCIA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – La Roma torna da Brescia con tre punti doverosi e con la grande notizia del ritorno al goal di Zaniolo.
Con Fazio nella difesa a tre s’inizia ballando: il Brescia pressa; il giropalla difensivo che coinvolge il rude Ibañez rischia di costare caro.
Superato lo stupore iniziale, la Roma fa la partita: contro un avversario con un piede in B, Bruno Peres gioca forse la sua miglior gara da quando è veste giallorosso. Anche perché Fonseca lo libera pressoché del tutto da compiti difensivi che tanto non saprebbe svolgere.
Costante nel suo far legna Veretout, un passo indietro rispetto a mercoledì per il capitano di serata Pellegrini: le scelte nei momenti decisivi, Lorenzo, le scelte.
Con Carles Perez che sfiora il goal ecco che la rete arriva su calcio piazzato: angolo di qualità di Pellegrini e palla che sbuca per Fazio; vibra l’orologio di Calvarese che certifica la marcatura, mentre Kalinic da due passi non riesce a superare il portiere…
Il centravanti si rifà per fortuna poco dopo, sfruttando al meglio un bell’assist di Carles Perez. Il Brescia protesta per due presunti rigori non assegnati: con questa regola sul fallo di mano vale tutto e il contrario di tutto.
In tribuna Cellino sbraita: chissà se, sotto sotto, non stia invece gongolando grazie al “paracadute” economico che riceverà con la retrocessione della sua squadra.
C’è ancora tempo; per i “legni” colpiti da Džeko ma soprattutto, per il 3-0 di Zaniolo.
Scatto in profondità del 22 per ricevere l’assist di Perotti: controllo e tiro dritto per dritto. Senza fronzoli, tocchetti, tiri a giro.
La cosa più bella? Dopo il goal. Zaniolo prima zittisce Torregrossa; poi a fine gara ignora Dessena, che l’apostrofa come “fenomeno” per schernirlo. Succedeva anche una ventina di anni fa con Totti: quelli forti esasperano i rosiconi portandoli a parlare da soli.