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MKHITARYAN “L’obiettivo principale sarebbe la qualificazione alla Champions”

L’attaccante armeno Henrik Mkhitaryan ha parlato in una video-intervista pubblicata sul canale Youtube dell’Ambasciata italiana in Armenia. Queste le sue parole:

Recentemente hai parlato dei tuoi piani per restare Roma. Che livelli vuoi raggiungere, la Champions?
Beh, dal primo giorno che sono arrivato a Roma mi sono trovato bene, con al squadra, la città, era tutto fantastico. Ovviamente sarebbe bello restare qua. L’obiettivo principale sarebbe la qualificazione alla Champions e poi ovviamente giocare e vincere dei titoli.

Cosa ti ha dato in più la Serie A?
Paragonandola al calcio inglese, tedesco e ucraino, ha le sue particolarità. Alcuni sottovalutano il campionato italiano, ma è molto interessante giocare qui. Non è forse come 20 anni fa, ma sono sicuro che il campionato stia continuando a crescere e anche la scelta del prestito dell’anno scorso parla da sé. Sono molto felice di essere qui, giocare in Italia con questi tifosi è davvero incredibile. Avevo sentito molto sul fatto che i tifosi qui fossero pazzi in senso buono, ma non potevo credere che fosse davvero così. Sono molto soddisfatto di giocare per la Roma e di avere questi tifosi.

Qualche aneddoto sui suoi compagni?
Ovviamente una buona performance non si basa solo su di te, dipende anche da tutti gli altri perché non puoi vincere una partita da solo. Devi vincere con 11 giocatori più quelli in panchina, perché il calcio è uno sport di squadra. Non puoi pensare: “Ok, oggi gioco da solo, dipende tutto da me”. No, dipende da tutta la squadra. Cerco di fare del mio meglio e di aiutare i compagni, loro fanno lo stesso per me. Dal primo giorno che sono arrivato sono rimasto impressionato da alcuni giocatori, dalla loro qualità, qualcosa che non avevo visto in Germania, Inghilterra o Ucraina. Non farò nomi ma dico che abbiamo dei grandi talenti, dei grandi calciatori che possono raggiungere livelli altissimi e spero che con le loro qualità potranno aiutare la Roma per raggiungere i nostri obiettivi.

La situazione più divertente nella quale ti sei trovato in Italia?
Gli italiani, per la loro mentalità, sono molto simili agli armeni ed è una cosa buona per me perché mi trovo molto bene con loro e mi rende la vita più facile. Di cose divertenti ne sono accadute, la prima è stata mentre stavo prendendo il volo, il 2 settembre, viaggiavo da Londra a Roma. Ero seduto in aereo e l’assistente di volo è venuto da me e mi ha chiesto: “Hai già firmato con la Roma?” e io gli ho risposto: “Beh, come vedi sto andando a Roma a vedere se firmare o meno”. Quando sono sceso dall’aereo c’erano tantissimi giornalisti e ho chiesto all’ufficio stampa della Roma: “Non ho ancora firmato, perché c’è tutta questa gente con le telecamere? Si aspettano che dica qualcosa sulla Roma?”. Mi ha risposto che in Italia la gente va pazza per il calcio, quindi sarei dovuto essere pronto per queste cose. Forse ora la storia non è così divertente, ma comunque ti dice molto: ero in una situazione in cui io stesso non sapevo se avrei firmato o meno con la Roma, ma tutti già lo davano per scontato.

In che modo la sua famiglia le dà motivazioni?
Anche prima di sposarmi avevo la famiglia che mi motivava. Mia madre mia sorella, ma anche mio cugino, i miei amici… Gioco a calcio per me stesso ma voglio che anche loro siano felici. Se gioco bene significa che staranno bene anche loro. Il livello successivo è stato quando mi sono sposato ed è nato mio figlio. Ogni volta che vado agli allenamenti penso a loro. Sfortunatamente non ho ancora giocato una partita dalla sua nascita, ma spero che presto ci saranno altre gare. Durante gli allenamenti penso sempre a loro, penso ad allenarmi e a giocare con più impegno.

Impossibile evitare l’argomento della buona cucina…
Quando ho iniziato ad assaggiare il cibo qui, in tanti ristoranti ho pensato: “Oh mio Dio”. In tutto l’anno che ho passato qui ho provato un sacco di cose e tutto ciò che ho assaggiato è stato fantastico. Certamente anche questo può spronarti, perché ti dici che ti sei allenato e hai giocato e poi puoi goderti la vita in Italia.

Qual è il tuo prossimo obiettivo nel calcio a livello personale?
Ho già ottenuto molto, ma per me quello è il passato. Voglio di più per l’anno prossimo, non mi restano molti anni in carriera ma sono sicuro che sto facendo del mio meglio per raggiungere i miei obiettivi. Alla fine dalla tua carriera tutti penseranno a cosa hai fatto per le squadre, a cosa hai vinto, a come hai giocato… Quindi per me è molto importante lasciare un ricordo positivo: vincere qualcosa, un trofeo, fare qualcosa di buono per la squadra.

C’è qualche gergo particolare per il calcio italiano?
L’italiano è una lingua splendida e quando ero giovane avevo l’obiettivo di impararla, ora ho questa opportunità. Grazie a Dio sto andando bene, anche gli altri sono soddisfatti del mio italiano e ho già fatto delle interviste. In più è molto più facile parlare con i compagni perché non ti servono frasi lunghe, dici solo un paio di parole. Non è facile, ma credo che il modo in cui mi sono dedicato allo studio dell’italiano sia ottimo, anche grazie alle persone che mi hanno aiutato. Sono certo che ho ancora margini di migliroamento.

Gli argomenti di cui ha discusso con i suoi tifosi durante la quarantena?
Si, ci sono state alcune interviste con domande dei tifosi, mi hanno chiesto come ho trascorso il tempo durante la quarantena. Sono felice di aver avuto un contatto con loro.

I tifosi italiani la apprezzano?
Gli unici momenti con cui ho avuto contatti con loro è stato dopo la partita, quando mi fermano in auto per una foto o un autografo, forse qualche volta posso incontrarli quando faccio una passeggiata in centro o sono al ristorante. Certo, alcuni sono felici, altri meno ma è normale, non puoi essere amato da tutti, fa parte del calcio, ma faccio di tutto per renderli felici.

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