RASSEGNA STAMPA

Il virus contagia anche i diritti tv

(ITALIA OGGI) In ballo ci sono troppi soldi per le squadre di club del calcio. E le nazionali sono state messe da parte: il campionato europeo, infatti, è stato ufficialmente rinviato al 2021 (inizio 1’11 giugno all’Olimpico di Roma), mentre tutte le leghe provano a trovare soluzioni per colmare i ritardi da coronavirus e concludere i campionati nazionali e poi Champions ed Europa League.

In Italia, tanto per fare un esempio, se il campionato di calcio finisse oggi il danno complessivo per i club di serie A è stato stimato, nella più pessimistica delle ipotesi, in 700 milioni di euro tra mancati diritti tv, biglietteria stadio e ricavi da sponsor. Solo per la serie A, come calcola Calcio e finanza, Sky e Dazn verserebbero 316 milioni in meno per le 124 partite non disputate: 252,5 milioni in meno da Sky (86 partite in meno rispetto a quanto pattuito nel contratto con la Lega Serie A), e 64,3 milioni in meno da Dazn (38 partite in meno). Una marea di soldi che diventa ancora più grande quando si parla di diritti tv in Inghilterra: qui il danno, a campionato concluso ora, sarebbe di 750 milioni di sterline (886 milioni di euro) di incassi in meno per i club della Premier.

Oltre ai campionati nazionali ci sono anche Champions ed Europa League da finire: e pure in questo caso ballano centinaia di milioni di euro. In Italia, per esempio, Sky paga più di 260 milioni di euro all’anno in diritti tv per trasmettere gli incontri delle due competizioni europee. E una bella fetta di questi introiti, ovviamente, non entrerebbe nelle casse dei club in caso di stop.

Naturale, quindi, che i club abbiano fatto pressioni fortissime per mettere le nazionali in secondo piano e fare slittare gli Europei: il rischio, infatti, per i top club è di portare i libri in tribunale, poiché, con ricavi così fortemente ridotti, gli stipendi ai calciatori continuano a essere invece regolarmente pagati, e la voce stipendi, nel conto economico delle squadre di calcio, rimane la voce di costo più importante.

Quanto ai calendari, anche se ogni ipotesi oggi, con l’emergenza sanitaria in piena esplosione ovunque, pare piuttosto irrealistica, si pensa anche a una ripresa della partite a giugno, con appuntamenti molto fitti per chiudere tutto a fine luglio. Una volta trovate tutte le soluzioni per assicurare la regolare conclusione delle manifestazioni sportive, i club continentali, tuttavia, dovranno anche sedersi al tavolo per capire come versare alla Uefa i 300 milioni di euro di danni che l’Uefa stesso chiede per lo slittamento degli Europei. Certo, in questo caso i 300 milioni sarebbero suddivisi su tutti i club europei, con un impatto basso sulle casse di ciascuno.

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