STORIA DI IERI di Diego AngelinoCAMPIONATOTOP

ATALANTA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

Doveva essere una “finale”: quando si conferisce però uno status così importante a una partita di metà febbraio valevole per il quarto posto, significa che c’è qualcosa che proprio non va.

Fonseca stupisce togliendo Veretout dai titolari: la Roma reagisce comunque bene alla novità, viene salvata da Pau Lopez e trova il vantaggio sfruttando un errore altrui.

L’Atalanta è meno fluida del solito ma non significa che sia in vera difficoltà. E lo dimostra con l’inizio della ripresa. Le basta aumentare leggermente i giri del motore per trovare il pareggio (maledette marcature a zona sui calci piazzati): poi ci pensa la Roma a restituire il favore dello 0-1.

La moda ora è “dagli a Pellegrini!”, guardando il dito e non la luna. Ennesima rimessa sanguinosa di Bruno Peres, che costringe il numero 7 – con l’uomo addosso – a un tocco complicato.  Da lì ci sono: un tunnel a Smalling; Freuler che, in area, vince il contrasto prima con Mancini e poi con Bruno Peres.

Fonseca, subìto il goal, per recuperare pensa bene di togliere il giocatore più attivo, Kluivert, inserendo Perez: lo spagnolo deve ancora rendersi conto che in Italia il tempo medio per poter tenere il pallone è la metà di quello spagnolo. Poi ti saltano addosso e te lo tolgono.

Non siamo ai livelli di Colantuono che chiede ai suoi di non infierire sulla Roma, ma Gasperini che fa i cambi in previsione della Champions non è molto più edificante. Questo tocca ai giallorossi, incapace di impegnare veramente Gollini nel corso de 90’.

Certo, c’è da dire che la partita avrebbe potuto prendere un’altra piega se Orsato avesse concesso rigore su Kluivert (assist di Pellegrini) o interpretato diversamente il contatto tra Gollini e lo stesso Pellegrini.

Il problema non sono i punti di distanza dal quarto posto ma il fatto che la Roma si sia indebolita a gennaio e si sia spenta, anche per le voci societarie.  Si arriverà all’esonero di Fonseca? Che ci vengano risparmiate minestre risaldate e si rimandi la scelta dell’allenatore di lungo periodo alla prossima estate e, soprattutto, alla prossima proprietà.

(Rubrica di Diego ANGELINO)

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