PARMA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
Non era facile, ieri. Il 2020 iniziato malissimo, l’infortunio di Zaniolo, la grottesca situazione dello scambio Spinazzola-Politano.
Eppure i giallorossi hanno saputo, una volta tanto, pensare solo al campo e portare a casa la qualificazione. Doverosa, mi concederete, visto l’avversario sì in forma ma abbordabile.
Se nella gara del “Tardini” di novembre il mancato turnover era stato una concausa della sconfitta, ieri la mossa di Fonseca di inserire Cristante nei tre dietro è stata invece tra i motivi del successo.
Sulla strada del “giocare da dietro”, ecco un centrocampista subito pronto a smistare il pallone: scelta che, comunque, sacrifica un po’ Smalling, sempre a disagio quando si tratta di appoggi e circolazione della palla.
Ma la filosofia è questa; anche se Cristante non è il Matthäus di fine carriera e se proprio dalla voglia di giocare il pallone dentro la propria area di rigore nasce l’occasione di Inglese nella ripresa.
Come spesso le capita la Roma, con un Under ispirato, alza i ritmi nella ripresa e trova il goal in apertura di seconda frazione: scambio veloce e subito tiro in porta di Pellegrini, senza fronzoli; il modo migliore per segnare.
Diawara recupera e porta l’acqua, Florenzi è diligente e trova il rigore che chiude la gara, Perotti ha i soliti problemi di prolificità, Kalinic – rivedendo la partita – merita gli elogi finali di Fonseca, che potevano sembrare solo d’incoraggiamento.
Incoraggiamento di cui non ha bisogno Pellegrini per spiazzare Colombi e chiudere la pratica, restando freddo anche nei minuti d’attesa del controllo VAR precedenti il tiro dal dischetto.
Un bel successo quello di ieri, che manda la Roma a Genova con un briciolo in più di serenità rispetto a domenica scorsa: senza esaltazioni e proclami e aspettando rinforzi, al “Ferraris” i giallorossi dovranno riprendersi i punti regalati all’andata agli allora uomini di Andreazzoli.
(Rubrica di Diego ANGELINO)