Roma, non c’è solo la qualificazione
(IL MESSAGGERO) La qualificazione ai sedicesimi di Europa League è il 1° obiettivo a disposizione di Fonseca. Traguardo minimo, per ora. E da centrare all’Olimpico, ore 21, contro il Wolfsberger ultimo nel gruppo J. La Roma ha ancora bisogno di un pari per andare a dama. Addirittura potrebbe anche perdere ed essere lo stesso promossa. Sconfitta, ma seconda: basta che il Borussia non cada in casa contro il Basaksehir. Se, invece, la formazione tedesca non dovesse conquistare il successo, i giallorossi potrebbero pure chiudere in testa, ovviamente prendendosi stasera i 3 punti.
Il prestigio, nella circostanza, conta più del guadagno: la qualificazione vale solo 500 mila euro (1 milione il 1° posto) e la vittoria 570. Ai sedicesimi poi sarà possibile fa lievitare gli introiti con l’incasso della partita all’Olimpico e i risultati sul campo che portano comunque euro.
Ma Fonseca, i giocatori e la società, puntando a tornare in Champions nella prossima edizione, vogliono intanto andare avanti ed essere protagonisti nel competizione continentale di consolazione. Lo chiede anche Pallotta, impegnato negli States a trattare la cessione del club con il californiano Friedkin che vorrebbe diventare il nuovo azionista di maggioranza entro Natale. Ma la negoziazione rimane complicata, perché il presidente chiede 850-900 milioni e il possibile acquirente, senza avere la certezza di poter contare sullo stadio di Tor di Valle, non intende al momento accontentarlo: confermata, dunque, la fase di stallo e il braccio di ferro tra il presidente e il tycoon.
Il nodo è la valutazione della società. Ancora in corso. Immediata e urgente, invece, quella di Fonseca su alcuni panchinari della Roma. “Sì, farò turnover, con almeno cinque novità“, avverte l’allenatore. Che non può far altrimenti, avendo la rosa di nuovo dimezzata dagli infortuni. Sono 5 gli assenti: Santon, Smalling, Zappacosta, Cristante e Kluivert. In più Pau Lopez resta ancora a riposo, spazio a Mirante che è stato reinserito nella lista Uefa, e Pellegrini, pure se presente tra i 20 convocati (la novità è Chierico jr, figlio di Dodo: il centrocampista 2001 ha appena rinnovato fino al 2022, ingaggio da 70 mila euro), forse non va nemmeno in panchina.