Roma, la notte della verità
(IL MESSAGGERO) Non c’è Commisso, stasera al Franchi. Assente anche Pallotta che, da tempo, non fa più l’americano a Roma. Niente di inedito, insomma, sotto la collina di Fiesole. Ma il nuovo presidente della Fiorentina, nato a Marina di Gioiosa Ionica e naturalizzato statunitense, prova già ad imitare il collega di Boston: Montella, ex giallorosso (centravanti e allenatore), si gioca il posto contro la squadra con cui ha da sempre il legame più forte.
La Roma, però, non è certo nella condizione di ricambiare l’affetto in campo. Fonseca è appena salito al 4° posto, staccando le principali rivali che attualmente sono soprattutto il Cagliari (-3) e l’Atalanta (-4). In più ha seminato il Napoli (-11) con i 19 punti conquistati negli ultimi 8 match, raccolto decisivo per entrare in zona Champions.
ALTA QUOTA La posizione, dunque, va difesa nella notte da passare in Toscana. «Dobbiamo essere molto concentrati per affrontare la Fiorentina che ha giocato una buonissima partita contro l’Inter», avverte il portoghese. Non gli interessa che cosa accadde, invece, il 30 gennaio nell’ultima visita al Franchi, nel quarto di finale di Coppa Italia. Il 7 a 1 è ancora nella testa di qualche giocatore (7 dei 21 convocati vissero quell’umiliazione: Florenzi, Fazio, Kolarov, Pellegrini, Zaniolo, Dezko che fu espulso e Fuzato che rimase in panchina), ma non appartiene all’allenatore.
«È sempre difficile per la Roma a Firenze. Ma con i calciatori non ho parlato di quella gara». Si dedica solo al presente per chiudere bene il 2019. Così recupera Smalling, subito in vantaggio su Fazio, e lascia a casa Kluivert, fuori dal 1° dicembre. Figuratevi se lo distrae il dualismo azzurro tra Florenzi, pronto a partire dall’inizio per il 3° match di fila, e Spinazzola. L’esito del ballottaggio per la maglia da titolare in giallorosso è propedeutico alla convocazione tra i 23 per l’Europeo. «Io con loro non ho mai discusso di questo problema. Che capisco. Ma io devo pensare solo al bene della Roma. Ogni scelta è tecnica».
CUORE GIALLOROSSO Montella, costretto a rinunciare a Chiesa, recita in allegria nonostante sia sull’orlo dell’esonero, non avendo più vinto in A dal 30 ottobre: 1 punto nelle ultime 5 partite, media da retrocessione che infastidisce la proprietà italoamericana. Diventa serio solo al momento di aprire il libro dei ricordi legati alla sua vita nella Capitale: «Questa per me non è una partita come le altre: a Roma c’è la mia storia e anche il mio cuore. E la mia casa. Mi ha dato tante gioie da giocatore e tanti dolori da avversario, in campionato non l’ho mai battuta».
Le uniche 2 vittorie, su 16 incroci in Coppa Italia ed Europa League nel 2015, festeggiando la qualificazione sempre all’Olimpico. In serie A, invece, 10 ko e solo 4 pareggi. Ma il bilancio è in viola soprattutto nella sua seconda avventura sulla panchina della Fiorentina: appena 4 successi in 23 partite, nessuno nelle 7 della scorsa stagione quando subentrò a Pioli. Si fa forza ricordando i pareggi contro la Juve e l’Inter. «Mi manca la vittoria. Abbiamo bisogno di punti per la classifica. La partita è estremamente complicata. Ma, nei nostri alti e bassi, abbiamo sempre giocato alla pari contro le big. Spero che accada anche contro la Roma. Che gioca un gran calcio, con un bel possesso palla e con la seconda migliore difesa del campionato. Mi piace lo stile di gioco, propositivo e offensivo, di Fonseca».
MERCATO DI NATALE Florenzi e Kalinic sono gli avversari che da gennaio vorrebbe con sè. «Prima di parlare di mercato, vorrei mangiare il panettone. Da capro espiatorio, comunque, mi gaso». Commisso, se dovesse cadere anche contro la Roma, potrebbe rovinargli le feste: pronto Iachini da traghettatore. E a giugno, Spalletti.