Niente rivoluzioni con la nuova era
(IL MESSAGGERO) Un passaggio di consegne all’insegna della continuità. Con l’ approdo di Friedkin al comando della Roma non c’è da attendersi una rivoluzione a livello di organigramma societario. Al netto del possibile/probabile ingresso del figlio 30enne Ryan – che ha affiancato il padre nel soggiorno romano di novembre e attualmente vive a Los Angeles, dove è direttore del Friedkin Group e produttore cinematografico – l’attuale struttura con a capo il Ceo, Guido Fienga, rimarrà al timone della società.
Del resto, il piano industriale prodotto dal nuovo management ha ricevuto l’apprezzamento del futuro proprietario visto che s’è posto come obiettivo quello di sistemare i conti (attualmente i debiti ammontano a 272 milioni) nel giro di un paio di stagioni, a prescindere dall’incertezza e dall’imprevedibilità dei risultati sportivi. Friedkin subentrerà garantendo i 150 milioni della ricapitalizzazione (già approvata), 50 dei quali saranno versati entro la fine dell’anno. A gestire il capitale, toccherà poi a Fienga (e ai suoi uomini).
Il gruppo Friedkin intende avviare un piano industriale a lungo termine per la società giallorossa, non impostando quindi questo investimento come ha fatto Pallotta, ossia secondo le logiche finanziarie tipiche dell’hedge fund (tradotto: acquisire per rivalutare l’asset e poi rivenderlo dopo un periodo) e questo rende necessario affidarsi ad una struttura in loco che ha già dato dimostrazione del proprio valore. Insieme al Ceo Fienga, rimarrà dunque Manolo Zubiria, attuale Global Sport Officer, rientrato da poco nei ranghi del club dopo l’esperienza alla Concacaf.
Confermato anche Petrachi anche se il ds dovrà scrollarsi di dosso l’alone di scetticismo calato nei suoi confronti non tanto per l’operato sul mercato (ritenuto soddisfacente), quanto per alcuni autogol mediatici che lo hanno portato a finire nel mirino della Procura Federale (a proposito: il supplemento d’indagini richiesto, termina il 29 gennaio). Rimane al suo posto anche Morgan De Sanctis, che in silenzio e con grande abnegazione è diventato il più stretto collaboratore dell’attuale ds e da un paio di mesi segue anche le due squadre più vicine per età alla Primavera, ovvero l’Under 18 e l’Under 17.
Un club che guarda al futuro ma non dimentica il passato non può non avvalersi dell’operato di Bruno Conti, che ha iniziato ormai da fine ottobre a occuparsi nuovamente in prima persona del settore giovanile. Come del resto aveva sempre fatto, prima che il tandem Sabatini-Massara decidesse di sostituirlo con Tarantino.
Da definire invece i ruoli di Franco Baldini e Mauro Baldissoni. Il primo, in questi anni punto di riferimento di Pallotta in Europa, è pronto a farsi da parte. Diverso invece il discorso riguardante l’attuale vicepresidente del club. Un decentramento e depotenziamento iniziato già a marzo nella sostanza, nonostante la promozione a vicepresidente esecutivo che lo ha gratificato in questi mesi soltanto in modo formale.
In queste settimane Baldissoni continua ad occuparsi del dossier-stadio, a partire dalla dall’accordo con il Comune sulla convenzione urbanistica. Una volta approvato, dovrebbe uscire dalla Roma dopo quasi 10 anni.