Lorenzo, Edin e Nicolò traghettano la squadra in un’altra dimensione
(IL MESSAGGERO, Ferretti) Tutto troppo facile. Ecco cosa devono aver pensato i giocatori di Paulo Fonseca una volta messo in archivio l’uno-due firmato da Dzeko e Kolarov.
Un gol, quello del bosniaco, bello come sanno esserlo soltanto i gol di Dzeko lontano da Roma (ma pure quelli all’Olimpico sono meravigliosi…); e il raddoppio, confezionato da fermo dal serbo, frutto del consueto gioiello su punizione.
Una Roma che, avanti di due gol, forse aveva ritenuto di aver già intascato i tre punti e di poter, per questo, pensare con largo anticipo alle vacanze di Natale. Impressioni sbagliate, commentando a fine gara. A conferma che la Roma aveva pienamente la testa nella partita, e non ancora nelle spiagge caraibiche, è piombato su Firenze un secondo tempo autoritario. Implacabile. E, assolutamente non a caso, a dare forza, sostanza e tranquillità alla squadra ci ha pensato il Predestinato, Lollo Pellegrini.
Un giocatore di un’altra dimensione. Uno di quelli che spesso ti fanno restare a bocca aperta, come accaduto in occasione della rete di Dzeko con il numero 7 magistrale nel servire il pallone a Zaniolo, assist-man del bosniaco.
Già, Edin: al Franchi, così tanto per gradire, suo il gol “spaccapartita” e suoi pure due assist-gol. Roba da fuoriclasse, in poche parole. Lui, Pellegrini, Zaniolo (suo il quarto gol fiorentino, l’ultimo romanista del 2019 e del decennio: strano…) davanti a tutti, guidati da un tecnico, Paulino nostro, che fa una fatica tremenda a sbagliare una mossa, Cioè, uomini e tattica. Buon Natale.