INTER-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
Fino alla vigilia della gara ero certo che Inter-Roma sarebbe finita in parità. Sicurezza vacillata una volta saputo delle assenze di Pau Lopez e Džeko, in aggiunta alle altre defezioni.
Ci ha pensato Mirante, con due interventi salvifici, a puntellare le mie iniziali sicurezze sull’esito della partita. In merito a Džeko è indubbio che la sua assenza iniziale si sia sentita molto di più di quello di Sensi e Barella, degnamente sostituiti da Vecino e Borja Valero. Purtroppo Fonseca, non avendo una valida alternativa al bosniaco, è costretto ad adattare Zaniolo come centravanti.
Il quale si muove anche bene, costringendo Handanovic a una delle due parate, non difficili, che l’hanno visto protagonista.
La Roma ha sì avuto il possesso, ha spinto, si è difesa bene, Smalling e Mancini sono stati a tratti entusiasmanti nelle chiusure e negli scontri fisici; Diawara ha fatto un’ottima partita (perché parlarne già come il nuovo Desailly?) come Spinazzola, seppur solo in fase difensiva con due ottime chiusure.
Ma non riesco sinceramente a esaltarmi per qualcosa che ho a lungo vissuto come normale: andare a giocare a testa alta a San Siro contro la prima in classifica. Tra l’altro senza mai riuscire a essere davvero pericolosi.
Peccato, inoltre, per le leggerezze che ieri potevano costare caro e che hanno costretto l’affidabile Mirante, tra le altre, a fronteggiare con successo Lukaku.
Pellegrini, alla prima da capitano, trova qualche difficoltà in più del solito negli inserimenti; Džeko era evidentemente debilitato; Perotti è ancora lontano dalla miglior forma così come Mkhitaryan, che trova solo un guizzo: sul suo cross, purtroppo, il numero 8 argentino è già oltre il pallone. Spiace, sempre, vedere il capitano Florenzi utilizzato con il minutaggio di un Primavera.
Giovedì prima gara decisiva della stagione, per proseguire l’avventura europea anche nel prossimo anno: sarò “antico” ma quella di ieri per me resta una buona prova che non sposta di un millimetro quelli che sono gli obiettivi di questa Roma.
(Rubrica di Diego ANGELINO)