IL COLLEZIONISTA: Andrea Randaccio
(di Franco BOVAIO) Non colleziona nulla in particolare, ma tutto in generale. Tutto che riguarda la Roma, ovviamente. Libri, bandiere, gagliardetti, medaglie, riviste e quant’altro sia stato dedicato, negli anni, alla squadra che porta il nome e veste i colori della Capitale. Stiamo parlando di Andrea Randaccio, nato nel ’69 e appassionato, soprattutto, al periodo legato alla fine degli anni ’70, quando con il presidente Anzalone nacquero i primi “Roma shop”.
“I primi Roma-shop si vedono nel ’78 – ci dice – e di quel periodo ho un set completo di figurine autografate dei calciatori della Roma e dello stesso allenatore, Giagnoni. Tutte con la loro custodia originale”.
Come nasce la tua passione per il collezionismo giallorosso?
“Nasce e rinasce, sarebbe meglio dire. La prima fase è legata agli anni del Liceo, quelli della prima metà degli ’80 con Viola e Liedholm. Cominciai a mettere da parte tutto ciò che riguardava la Roma e ricordo che raccolsi tanto materiale. A quei tempi vivevo a Terracina, ma poi mi dovetti trasferire e nel trasloco persi quasi tutto, compresa una bella tuta della Pouchain alla quale tenevo moltissimo. E lì la mia passione da collezionista subì uno stop, per poi riprendere nel ’95, dopo che tornai a Roma e conobbi l’avvocato Grassetti e l’UTR. Da quel momento, grazie alla passione per la nostra storia che loro mi hanno trasmesso, ho ricominciato a collezionare ogni tipo di oggetto che riguardasse la Roma”.
Quindi possiamo parlare di collezione “generalista” e non dedicata ad un filone particolare.
“Certo, anche se devo dire che gli oggetti ai quali tengo di più sono i libri. Tra questi ne voglio citare due in particolare: “La vita segreta della Roma” di Gabriele Tramontano e “Roma Roma Roma” di Paolo Carbone. Quest’ultimo, uscito nel ’77, è corredato da una bobina con custodia in polistirolo che contiene delle belle immagini della nostra storia e credo che sia un pezzo raro perché, subito dopo la sua uscita, ci fu la rivoluzione del VHS, che fece diventare le bobine obsolete. Dunque il libro venne ritirato dal commercio e di esso ne restano in giro solo quelle copie che, nel mentre, erano state vendute. Tra queste c’è la mia”.
Altri oggetti particolari che ti piace citare della tua collezione?
“Beh, a parte che ho tutti i numeri della rivista “La Roma, della rivista “Giallorossi” e di “Roma Sport”, mi piace ricordare due medaglie molto singolari. La prima è quella ufficiale e d’argento che la società regalò ai giocato al termine della stagione 1978-79, con scritti tutti i nomi della rosa. La seconda è quella con la grossa “R” di Gratton che la Roma regalava alle società affiliate come scuole calcio. Credo che anche questi siano due pezzi singolari”.
Collezioni anche oggetti, dunque?
“Ovviamente. Tra questi una sterminata serie di sciarpe, bandiere, foulards, gagliardetti, spille e spillette degli anni ’40 e ’60, i 45 giri con gli inni e le canzoni e rare figurine, come la prima sulla quale fu pubblicato lo stemma della Roma con la scritta Campo Testaccio, risalente agli anni ’30. Poi ho tanti autografi di giocatori e un contratto con un massaggiatore, stipulato negli anni ’80, ovviamente firmato da Dino Viola e corredato dallo stemma della Roma”.