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UDINESE-ROMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

Che Udinese sarà? Questo il primo degli interrogativi, sin dai giorni che hanno preceduto la gara. La “bambola” bergamasca non può, in effetti, che aver lasciato pesanti residui d’incertezza negli uomini di Tudor, in particolare nel pacchetto difensivo, che in una sola gara è passato dall’essere il meno perforato al più “bombardato” nel corso di una singola partita. 

Agonismo subito piuttosto elevato, con un errore di Smalling sulla misura di un appoggio a Mancini che porta all’ammonizione di quest’ultimo per l’impatto inevitabile con Jajalo. 

Al minuto 13 la Roma trova il suo vantaggio, fiorito sul terreno friabile dell’arrendevole tentativo di controllo da parte di Ekong. La deposita Zaniolo, quasi delicato nel battere Musso. 

Comincia a quel punto un lungo momento di gara nel corso del quale si ha la sensazione che la Roma senta, per così dire, l’odore delsangue friulano: quasi delittuoso non trovare un raddoppio che sembra facile, come dimostra, tra le altre, un’occasione monumentale sprecata da Pastore.

Minuto 31: Okaka, per vie centrali, prende il tempo a Fazio, che all’altezza dei venti metri smanaccia l’ex romanista. Espulso, incredibilmente. Okaka non era sulla palla, non si può parlare di chiara occasione da gol. Roma danneggiata, pesantemente. Continua il disagio romanista, sul fronte arbitrale. 

Roma in dieci. Comincia un’altra partita. Boccata d’ossigeno per un’Udinese con l’autostima ridotta al lumicino.Tra proteste, cartellini gialli motivati dal parapiglia (Dzeko, lo stesso Okaka), la Roma termina in vantaggio il primo tempo. Può essere un particolare molto importante; detto ciò, l’indignazione resta. 

Si ricomincia con la Roma che prova a innestare lucidità sul fondo della propria rabbia. Gialli per Jajalo e per il neo entrato Barak: Udinese che resta tesa, un altro sintomo. 

In effetti, con tutti i meriti del mondo, la Roma con un uomo in meno si prende la partita che le spetta: raddoppia Smalling da distanza ravvicinata su angolo di Veretout al minuto 51; dopo tre giri di lancetta Pastore, che vede sentieri laddove gli altri vedono soltanto parastinchi, fa girare il dispiegamento offensivo in maniera ottimale, in modo tale che possa arrivare il diagonale del tre a zero, da parte di Kluivert, che con una sterzata mette a nanna mezza Dacia Arena. 
Ciao, Tudor. 

Minuto 64, mano di Becao in area. Irrati stavolta prende la decisione giusta, anche perché non può più nuocere. Rigore teso e spietato di Kolarov. Zero a quattro. 

Dentro Cetin, fuori Pastore. Anche perché l’argentino stava per essere diversamente estromesso da Rodrigo De Paul, che lo aveva colpito all’altezza del malleolo. È come se la Roma, per merito di Paulo Fonseca, abbia ora perfezionato un nuovo acquisto. 

Arriva anche Perotti, in luogo di Kluivert. È già Roma – Napoli, nella testa e nei giri delle gambe da contenere, da gestire. 

Arriva, ed è a prescindere una buona notizia, anche Florenzi nel finale: forza, capitano. I gradi glieli ha confermati Fonseca in conferenza, nel momento più difficile. 

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