Roma spuntata: con Dzeko a mezzo servizio per la squadra allarme attacco
(LEGGO, Balzani) La danza della pioggia non è bastata. Una Roma decimata nel fisico e col morale a pezzi esce di nuovo a testa bassa e rimedia il terzo pareggio di fila dopo i passi falsi con Wolfsberger e Cagliari. Stavolta Fonseca (squalificato) ha impattato sulla Sampdoria, ultima in classifica. E tornano i fantasmi del passato: una squadra troppo Derko-dipendente e con poche idee in fase avanzata.
«La Roma non segna? Oggi siamo stati bravi noi a non farli muovere», dice Claudio Ranieri. Fatto sta che il muro doriano impedisce alla Roma di ottenere tre punti d’oro in una corsa Champions sempre più dura. I giallorossi hanno centrato la porta solo una volta e a fine primo tempo hanno dovuto chiamare in causa l’infortunato Dzeko per provare a invertire la rotta di una partita complicata.
Il bosniaco è entrato al posto di Kalinic che si è infortunato (contusione al ginocchio da valutare) dopo un primo tempo inguardabile. Al 7′ era stato il turno di Cristante che già nel riscaldamento accusava problemi all’adduttore. L’emergenza aveva convinto Fonseca a spedirlo comunque in campo, ma il risultato è stato devastante e ora Bryan rischia di restare ai box per un mese e di lasciare quindi il solo Veretout come centrocampista di ruolo.
Sono 14 gli infortuni in meno di due mesi (due a partita di media) e la Roma – che dovrà fare a meno col Milan pure dell’espulso Kluivert – è attesa da altre 6 partite fino a metà novembre. Se il futuro non sorride, il presente non è di certo felice. I giallorossi, infatti, devono ringraziare gli interventi di Pau Lopez e Smalling nel finale altrimenti sarebbe arrivata la sconfitta che in fin dei conti non sarebbe stata nemmeno immeritata visto che la Roma ha impegnato Audero solo al 79′ con un tiro senza troppe pretese di Dzeko.
Poco dopo ci ha provato Pastore che non ha inquadrato la porta. Un problema non da poco per Fonseca quello dell’apatia offensiva: 2 gol nelle ultime 4 di campionato, dodici in otto partite. Mai così male nell’era americana. Un dato che fa riflettere e che certo non lascia indifferenti.