Roma, spina dorsale azzurra
(IL MESSAGGERO, Trani) Fonseca coglie l’attimo e, andando oltre l’emergenza, cavalca l’onda. Mai come in questo caso azzurra. L’alleato del portoghese è direttamente Mancini che ha coinvolto la Roma, e non solo numericamente, nell’ultima convocazione per le gare poi vinte contro la Grecia e il Liechtenstein. Inizialmente il ct ha inserito, nell’elenco dei 27, addirittura 5 giocatori del club giallorosso.
L’unico blocco della Nazionale, insomma, è stato quello scelto a Trigoria. Florenzi, però, ha dovuto rinunciare. Febbre alta e conseguente debilitazione. A Coverciano sono andati gli altri 4 e non per fare le comparse: Spinazzola è stato titolare sabato, Mancini, Cristante e Zaniolo sono partiti dal 1° minuto martedì. Promozione di gruppo, con affaccio su Euro 2020. E, in anticipo, anche su Marassi. Perché, con il capitano che ha recuperato dall’influenza intestinale, è probabile vederli insieme già domenica contro la Sampdoria dell’ex Ranieri.
PENTAPARTITO AL GOVERNO Finalmente, insomma, la Nazionale aggiunge e non toglie, come magari è successo in passato da queste parti o ultimamente ad altri club. Fonseca, con le scelte obbligate per la rosa ridotta al minimo dagli infortuni, può almeno andare sul sicuro con i 4 azzurri che hanno dato garanzie nelle 2 gare delle qualificazioni europee. Sono in forma e pronti ad adattarsi in ogni ruolo. Come hanno dimostrato con l’Italia e in precedenza anche in giallorosso. La disponibilità è totale. Come l’affidabilità.
A loro, come detto, va aggiunto Florenzi. È rimasto a Trigoria: verifica, dunque, quotidiana nel lavoro. L’allenatore dovrà solo decidere dove piazzarli per dare un senso alla Roma. È mezza squadra, cioè la metà dei giocatori di movimento. Possono incidere sull’identità e caratterizzare il 4-2-3-1. Il muro della Sampdoria, inutile illudersi, è l’ostacolo.
MOSAICO FAI DA TE Spinazzola è andato bene da terzino sinistro che, per sua ammissione, è la corsia dove si trova più a suo agio. Eccolo però pronto, se Pastore non dovesse partire dal 1° minuto, a spostarsi su quella destra, posizione in cui ha giocato nell’ultima partita di campionato contro il Cagliari. Così Florenzi avanzerebbe a sinistra nel tridente. Anche Mancini si è comportato bene da centrale difensivo nella linea a 4. Con personalità. Lucido nell’impostazione e reattivo al momento di chiudere. Adesso sfida Fazio per fare il partner di Smalling.
La vera sorpresa, però, è stata la ritrovata duttilità di Cristante. Ha cominciato da regista puro, nel 4-3-3, contro il Liechtenstein. E ha confermato di conoscere i compiti del play, cioè nel ruolo che ha spesso interpretato all’inizio della carriera e recentemente con Fonseca, pure se nel 4-2-3-1. Nel finale ha lasciato la zona centrale a Tonali, chiudendo da mezzala destra. È salito in avanti, quasi da trequartista aggiunto. Suo l’assist per El Shaarawy e il 4° gol azzurro. Zaniolo, invece, è tornato a fare la mezzala. A destra.
Sua l’azione che ha subito cambiato la storia del match al Rheinpark stadion. Scatto, strappo, assalto. Chiamatelo come volete. Dalla sua iniziativa, compreso il movimento in profondità sul primo palo sul cross di Biraghi, il gol del vantaggio di Bernardeschi. Ha preso qualche colpo proibito, è caduto sulla spalla e ha riposto con un smorfia in diretta tv. Ma è rimasto in campo, abituandosi a galleggiare dietro gli attaccanti. Dalla fascia sinistra, dove sta da qualche partita, può ritrovarsi dietro a Kalinic. E, restando all’azzurro, c’è la proposta di Montemurro, presidente della Divisione calcio 5, a Totti: «È in forma. Sogno di vederlo in Nazionale, magari già la prossima settimana nelle qualificazioni mondiali».