ROMA-BORUSSIA MONCHENGLADBACH. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di DIEGO ANGELINO – È diritto di qualunque squadra vincere, semplicemente, 1-0. Si possono sbagliare anche 20 goal davanti alla porta: una (eventuale) colpa imparagonabile a quella di cui si macchia chi fischia rigore per un rimpallo sul volto. Al 94’.
Non ci accaniamo su Florenzi, quindi, perché non vi è ragione. Che cosa dire alla Roma di ieri? Ha fatto ciò che ha potuto. Contro un avversario anch’esso alle prese con problemi di formazione, abbiamo visto una squadra coraggiosa e pronta al sacrificio. Che, con i tre punti, avrebbe praticamente ipotecato il passaggio del turno.
La prestazione, mi perdonerete, continua invece a latitare. Ma viste le premesse, in questo caso ci si può accontentare.
Mancini mediano si disimpegna bene (vi prego, però, di considerarlo un unicum); la difesa tiene; Džeko è già mezzo passo avanti rispetto a Genova; Pastore fa quel (poco) che può: ovviamente per soli 60’.
Kluivert vanifica con un solo gesto un primo tempo positivo: che senso ha quel tacco (intercettato) a inizio ripresa per Kolarov, con compagni in area da servire molto più facilmente?
Zaniolo, infine, che risponde alle chiacchiere come sanno fare quelli forti: segnando, prima di tapparsi le orecchie nell’esultanza di chi non vuol sentire stupidaggini.
I giallorossi si sono dimostrati squadra ma domenica questo, per più motivi, potrebbe non bastare. Resto convinto che più che passare dalla difesa a 4 a quella a 3 spostando Mancini, come ieri sera, il centrocampo “perfetto” contro il Milan sia composto da Florenzi, Veretout e Zaniolo. Una considerazione, in ultimo: vedrete che anche questa volta la Roma creerà un precedente. Scommetto infatti che già dalla prossima stagione, “grazie” a quanto subìto ieri, l’Europa League sarà dotato del VAR già dai gironi eliminatori.