ROMA-SASSUOLO. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Si attendeva la Roma, con gli acquisti di “riparazione” (il solo Mkhitaryan, ieri) degli ultimissimi giorni di agosto e la presenza di Veretout.
All’Olimpico si presenta il Sassuolo propositivo di De Zerbi, preda ideale per esaltare qualità e velocità dei giallorossi.
Il tempo di sbloccarla ed è tutta in discesa: Pellegrini – chi mi legge sa che lo faccio da due anni – oggi non devo celebrarlo io; mi piace invece sottolineare la serenità di Veretout nell’interpretazione della partita e il peso del goal di Mkhitaryan, per il giusto “La” alla sua avventura giallorossa.
Importante e non banale: la squadra segue l’allenatore e il suo calcio offensivo e dispendioso per il quale, è storia, resta indispensabile il conforto dei risultati.
Secondo tempo: puoi aumentare il distacco, vedi invece l’avversario accorciare le distanze. Grande punizione di Berardi, per carità, ma non mi convince del tutto Pau Lopez, in quella circostanza.
Se subire goal è, sempre, fastidioso va detto che un abbassamento della tensione, col passare dei minuti, è altresì fisiologico.
Va evitato, ci mancherebbe altro: più che dell’atteggiamento da belle statuine in occasione del 4-2, però, continuano a preoccuparmi alcune situazioni concesse con la gara ancora in equilibrio; vedi palo di Defrel.
Bologna e Atalanta, ora: due test di certo più probanti del Sassuolo. Due squadre organizzate, con la prima che vive anche per regalare gioia al proprio allenatore. C’è ancora molto da scoprire, di questa Roma: c’è ancora molto da verificare.