Roma: il carattere è già da Champions
(IL MESSAGGERO, Trani) Il viaggio in Emilia porta direttamente in Champions: la Roma, con le 2 vittorie di fila in campionato (3 con quella di giovedì scorso contro il Basaksehir), sale al 4° posto, mai raggiunto nella stagione scorsa. Il successo contro il Bologna (1-2), dunque, incide sulla classifica. Ma, guardando come è stato costruito, diventa ancora più significativo. All’attacco, sempre e comunque. Anche in inferiorità numerica, per l’espulsione di Mancini nel finale. Il gol di Dzeko, a recupero scaduto già da qualche secondo, arriva quando se lo aspettano solo Fonseca e i giocatori giallorossi. A firmarlo è il centravanti, capitano dopo la sostituzione di Florenzi e leader del gruppo insieme con il suo amico Kolarov che ha lasciato il segno anche qui tracciando l’arcobaleno su punizione per il momentaneo vantaggio: 6 dei 10 gol segnati in queste prime 4 giornate sono loro (3 a testa).
REAZIONE FINALE – La Roma fa una gran fatica per riprendersi la partita che si è complicata dopo un’ora. Quando Sansone ha pareggiato su rigore, più che generoso, concesso da Pairetto. Lì ha rischiato fino al punto di finire ko già prima del secondo giallo a Mancini. Brividi che sono stati la conseguenza dell’atteggiamento chiesto da Fonseca. All’Olimpico o fuori, fa lo stesso. Spirito offensivo e coraggioso per tornare in vantaggio, sapendo di correre qualche pericolo quando il Bologna è ripartito in contropiede. L’atteggiamento dei giallorossi è stato premiato: ininfluente la terza rimonta subita in 4 gare di campionato.
TRACCIA SCONTATA – La storia del match si scrive nella ripresa. La Roma, rinfrescata dal turnover, quasi snobba il primo tempo. Rallentano anche Florenzi, Mancini, Veretout, Pellegrini e Mkhitaryan, i 5 titolari richiamati in causa. Solo due tiretti fino all’intervallo. A salve. Conclusioni dalla distanza, lente e centrali, di Sansone e Pellegrini. La Roma non è efficace come nelle altre 4 partite stagionali. E, novità, resta a digiuno nel primo tempo. Anche se fa la partita, è macchinosa nel palleggio e permette al Bologna, schierato a specchio da Mihajlovic (in panchina c’è il suo vice Tanjga), di rientrare comodamente nella propria metà campo. L’unica soluzione, è allargare il gioco a sinistra e cercare Kolarov. I suoi cross sono le azioni più pericolose. Pairetto, a fine primo tempo, fa capire di essere in giornata no. Giallo a Dijks, entrata bruttissima su Pellegrini. Da rosso. Il difensore si fa male. Tocca a Krejci.
STAFFETTA A DESTRA – Non è un caso che il risultato cambi su palla inattiva. All’inizio della ripresa la rete su punizione di Kolarov, carezza di sinistro dal limite, e quella su rigore di Sansone, entrata proprio del fluidificante mancino su Soriano punita dall’arbitro Pairetto. Kolarov prende la palla e sfiora il piede dell’avversario. Tra le due reti, Zaniolo entra per Kluivert che, quinta presenza da titolare, stecca. La Roma alza il baricentro per cercare il successo, ma rischia in contropiede. Grande intervento di Pau Lopez su Soriano. Ecco Spinazzola per Florenzi. Mancini, in 15 minuti, prende due gialli: severo il primo, fallo su Soriano, giusto l’altro, bloccando Santander. Jesus per Mkhitaryan e per conquistare la punizione che fa arrabbiare i rossoblù. Veretout coast to coast, Pellegrini assist-man e Dzeko-gol. Il centravanti ritrova il gol in trasferta: l’ultimo in serie A, il 23 febbraio a Frosinone. Il 24, cioè il giorno dopo, la Juve vince al Dall’Ara, dove il Bologna festeggia poi 8 successi di fila e ricade solo contro la Roma. Che qui, 364 giorni prima, cominciò le pratiche per il divorzio da Di Francesco.