PELLEGRINI “Se Totti mi offrisse il suo dieci, non so se accetterei”
Il centrocampista giallorosso Lorenzo Pellegrini è stato intervistato in vista del match contro il Lecce. Nel giorno del compleanno di Francesco Totti, non poteva mancare una domanda sul suo rapporto con l’ex capitano giallorosso. Queste le sue parole ai microfoni di DAZN:
Come è andato il primo mese?
Bene, stiamo migliorando piano piano rispetto a quello che chiede il mister…
Aspetta, ti chiedevo del primo mese da padre…
A quello non ci pensavo proprio. E’ una soddisfazione continua. Mi piace anche solo vederla o sentire il suo odore. Ti riempie la vita. Mi dà quella forza in più che ti fa fare la differenza. Quando sei stanco e la vedi, ti passa tutto.
Il giorno più importante della tua vita è il giorno della sua nascita, il secondo forse il gol di tacco al derby…
E’ sicuramente uno dei più importanti della mia vita. Era un periodo difficile, non mi riusciva niente. E’ brutto quando vorresti fare, ma non riesci. Quando niente va come vorresti. Molti dicono che quello sia stato il mio punto di sblocco, ma non la penso così. Non è stato il punto di sblocco per me, ma lo è stato per quello che c’era intorno a me. Il mio sblocco l’ho avuto prima, quando nonostante le critiche ho continuato a lavorare e dare tutto. Quella è stata una liberazione.
Quest’anno ti vedo più libero, anche più spavaldo, si vede che in campo ti diverti. Hai fatto uno step in più anche legato al ruolo?
Sono d’accordo sul fatto di essere più libero, sono cresciuto mentalmente e anche a livello di responsabilità. So che ci si aspetta tanto da me. Mi piace avere responsabilità, tira fuori il meglio di me.
Sul ruolo più avanzato.
Mi piace molto, mi dà libertà di movimento e di fare quello che voglio in campo. Con il gioco del mister mi piace anche giocare da mediano, amo toccare tanti palloni.
In carriera hai fatto tutti i ruoli. In Nazionale addirittura l’esterno. Perché?
Quando ho saputo che in Nazionale avrei fatto l’esterno ho cercato di guardare i miei compagni di squadra che lo facevano da tempo per vedere qualche piccolo movimento e qualche piccola considerazione che loro tenevano in conto e che io magari non tenevo in conto, visto che non l’avevo mai fatto. Forse è il fatto che io riesca a rubare con gli occhi o che mi interessi imparare.
Ti sentire un calciatore intelligente?
Secondo me è meglio essere un uomo intelligente piuttosto che un calciatore. Essere un calciatore intelligente è un riflesso di come sei come uomo.
Ti senti un uomo intelligente?
Sì, mi sento una persona intelligente. Ma questo qualità ha tante sfaccettature, la voglia di imparare, rubare e stare sempre sul pezzo per me vuol dire essere una persona intelligente.
Francesco Totti ti ha promesso la maglia numero 10?
Della maglia con Francesco non abbiamo mai parlato. Ora ho la fortuna di dire che lui per me è un amico, per qualsiasi difficoltà so che posso contare su di lui. Se va male la partita mando un messaggio a lui. Ancora non l’ho fatto, spero di non doverlo fare fino a fine stagione. Ci sentiamo, il nostro rapporto è bello perché siamo schietti. Essere romani ci aiuta. Lui per me adesso è solo Francesco, ma resta anche una leggenda. Solo il fatto che lui dica queste cose, è come avere dieci magliette con il numero 10 sulle spalle.
Se lui tra cinque anni viene da te e ti dà la 10 che fai? La prendi?
Non si rifiutano mai le richieste di Francesco. A parte gli scherzi, devo trovarmi nella situazione. Non scambierei mai il rapporto che ho con Totti per il numero 10 della Roma.
De Rossi lo hai sentito?
Lo sento sempre, sta bene. Gli piace. Ci manca tanto qui, glielo dico sempre. Lui ha preso la sua strada, è stata la scelta di Daniele. Lui non è mai banale, è speciale e ha fatto una scelta che gli fa onore nonostante in tutti questi anni non abbia mai sbagliato una virgola.
Il tuo Boca qual è?
Il mio Boca è la Roma adesso. Non sono stato come Daniele e Francesco, prima di ritagliarmi il mio spazio qui sono stato due anni al Sassuolo, poi ho scelto di tornare e adesso fatemi godere gli anni alla Roma. Poi ci pensiamo… Daniele lo ha fatto dopo 16 anni.
Senti la pressione di essere già visto come un leader?
La vivo serenamente. Faccio quello che mi fa stare bene.
Fonseca vi fa stare bene?
Sì, lui è molto bravo in questo. Ci fa stare sereni, ci fa lavorare perché capisce che per far rendere un giocatore al 150% si deve divertire. Noi lo facciamo tutti i giorni in allenamento e questo non ti fa sentire la fatica. Caratterialmente sembra tranquillo, ma quando vuole una cosa se la va a conquistare. Le cose ce le spiega sempre in maniera tranquilla per farcele capire serenamente, senza mettere pressione. Se però non giochiamo un buon primo tempo si arrabbia. Sul 4-0 contro il Sassuolo ci ha detto di non abbassare la guardia perché altrimenti avremmo rischiato.
Gli obiettivi?
Quest’anno non ne abbiamo, se non quello di tornare in Champions che è fondamentale. E’ l’anno della ripartenza e per questo ci serve un po’ di tempo.
Sei uno dei tre centrocampisti più forti d’Italia?
Non mi sento uno dei centrocampisti più forti d’Italia in questo momento. Penso di poter imparare ancora tanto e soprattutto mettere nel bagaglio personale tanta esperienza ancora. Un giocatore si fa soprattutto con l’esperienza. Ho voglia di imparare e sbagliare ancora e per questo c’è tempo.