LECCE-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di DIEGO ANGELINO – 3 punti “doverosi” quelli della Roma in Puglia. Contro un avversario organizzato ma ancora alla ricerca della prima soddisfazione casalinga in campionato, i giallorossi devono attendere la ripresa per trovare il goal del successo. Quella rete che poteva arrivare già dopo 7’, se gli fosse stato concesso un sacrosanto calcio di rigore.
Dobbiamo ancora però capire come funziona il VAR quando gioca la Roma: quindi ecco un primo tempo bloccato, con qualche giocata di Pellegrini, qualche spunto di Kluivert, qualche scelta rivedibile di Mkhitaryan.
Il Lecce s’insinua tra le linee ma non è mai davvero pericoloso, se non con Mancosu. Con la ripresa, si capisce già dal “tiraccio” in curva del più che sufficiente Diawara che il goal sta per arrivare. A realizzarlo ci pensa, tanto per cambiare, Edin Džeko; preghiamo perché non gli venga mai neanche un raffreddore.
Si prendono ancora ripartenze (perché?) quando la partita appare in controllo totale. Il rigore sbagliato avrebbe potuto chiuderla senza patemi così come Zaniolo, se fosse stato meno egoista e avesse servito Kluivert pronto a calciare a porta spalancata.
È un errore il suo, certo, ma parliamo di un giocatore che si sta formando e che, ogni volta che gioca, porta una ventata di classe e forza che si percepiscono a chilometri di distanza. Vietato crocifiggerlo, quindi.
Piace la determinazione di Smalling; preoccupano, invece, i problemi muscolari che si susseguono e la frattura di Pellegrini, infortunio insidiosissimo.
Wolfsberger per spianare la strada europea e l’insidioso Cagliari prima del tagliando di ottobre: questi gli obiettivi a breve termine di una Roma ancora alla ricerca di consolidamento.