La Nord per Diabolik, la Sud con Luis Enrique
(IL TEMPO, Schito) Tutti i riflettori erano puntati sullo stadio Olimpico per il
derby tra Lazio e Roma. Gara che il caso ha voluto che si disputasse a meno di un mese l’omicidio del capo ultrà degli Irriducibili Fabrizio Piscitelli. Possibili scontri e le eventuali ripercussione minacciate durante le trattative per i funerali di Diabolik avevano preoccupato le forze dell’ordine tanto da decidere di schierare 1.500 agenti. E tutto è filato liscio. Nessuno scontro, alcun momento di tensione. Non sono mancati però alcuni episodi sgradevoli come i saluti romani nelle fila biancazzurre, cori antisemiti, fumogeni e petardi da parte di entrambe le fazioni.
A dividerle – sul lungotevere Maresciallo Diaz con agenti e blindati – una massiccia presenza di forze dell’ordine, che a partire dalle 15 ha separato
le due tifoserie: dalla parte del ponte Duca D’Aosta inromanisti, in zona ponte Milvio i laziali. Nelle fila dei biancazzurri in molti vestivano con la maglia nera di Diabolik, la stessa che indossavano gran parte dei presenti al funerale di Piscitelli. A ponte Milvio si è visto qualche saluto romano, tra cori e insulti alle forze dell’ordine. Stesso comportamento hanno avuto anche i giallorossi, che in più di un’occasione hanno costretto il cordone della polizia ad avanzare. All’interno dello stadio Olimpico il clima è stato piuttosto sereno la Curva Nord ha scelto, come comunicato nel giorno precedente alla stracittadina di onorare la memoria di Fabrizio Piscitelli e di protestare con un silenzio lungo 45 minuti contro il decreto Amato e l’inasprimento del Decreto Sicurezza Bis. Prima del fischio d’inizio, sulla pista d’atetica è stata sventolata una grande bandiera raffigurante Diabolik con i tifosi che lo hanno ricordato al grido di «C’è solo un capitano».
Anche la coreografia è stata tutta nel segno di capo ultras scomparso lo scorso 7 agosto: cartoncini che hanno raffigurato uno sfondo nero con uno stendardo biancoceleste su cui è calato un lungo telo con disegnata la faccia di Piscitelli e una frase tratta dalla canzone «Fenomeno» di Franco Califano:«È un oche se muore non ci credere perché è capace pure di rinascere». In tribuna Tevere è apparso uno striscione con scritto «Laziale nel cielo… Presente nel cuore! Ciao Fabrizio» e sono arrivati anche un paio di messaggi dalla Curva Sud: «Riposa in pace Fabrizio», esposto dai Boys e«Vola alto! ciao Diablo», che hanno raccolto gli applausi dei rivali. Nel cuore del tifo romanista non è manca un pensiero per l‘ex allenatore Luis Enrique, colpito dalla tragedia che gli tra strappato la figlia Xana di 9 anni: il popolo giallorosso non lo ha dimenticato, questi i messaggi inviati al catalano: «Forza Luis» e «RIP piccolo angelo, Ciao Xana».