SO’ CONFUCIO di Paolo MARCACCI
Se guardi per terra, seduto in panchina, fissando un punto apparentemente vicino sull’erba che avanza oltre la linea laterale, ma in realtà lontanissimo, per quanti e quali sono i pensieri che ti attraversano la mente, allora vuol dire che anche tu, oltre ai tuoi tifosi, ti stai chiedendo come andrà a finire.
Hai fatto gol al Real Madrid; è la cosa meno importante di una serata strana, come tutti i momenti scanditi dall’amore: ti hanno fischiato all’inizio, erano fischi di rabbia e di dolore, da innamorati traditi. Ti hanno applaudito al momento della sostituzione, poi l’applauso è divenuto ovazione, infine il coro ha invocato il tuo nome.
Imbarazzato, hai risposto con un applauso timido verso la curva, come chi balbetta mezze parole per l’emozione.
Sarà quel che sarà, come ogni volta che la vita decreta quello che dovrà succedere; l’unica certezza è la sensazione provata all’Olimpico l’altra sera: il piacere di essere stati ancora insieme.