SO’ CONFUCIO di Paolo MARCACCI
Io mi ricordo, quattro ragazzi con la chitarra, è un pianoforte sulla spalla…come i pini di Roma, la vita non li spezza, questa notte è ancora nostra… Questa notte, ma questa Roma? Perché mi torna in mente la canzone di Venditti? Va beh, la vicinanza con gli esami. In fondo questa canzone c’è sempre stata; anche Francesco Totti ormai è come se ci fosse sempre stato. Sempre. Eppure sembra che nessun “sempre” debba appartenere agli uomini, anche quando sembrano infiniti; anche quando uno li percepisce come intoccabili, come non scalfibili da nessun punto di vista.
E invece scopri che c’è sempre un punto di vista in più; che ci può essere persino qualcuno che, laddove la vita non c’era riuscita, sta tentando fino alla fine di spezzare i pini di Roma.
A che pro? Non lo abbiamo mai capito fino in fondo; ma finché la Roma starà a cuore alla sua gente, quella stessa gente dovrebbe ricordarsi che “questa notte è ancora nostra…”, anche perché poi potrebbe essere l’ultima, parlando di una passione.