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BALDISSONI “Dispiaciuti che Totti pensava di non incidere. Lui aveva scelto Ranieri e Conte”

Il vice presidente Mauro Baldissoni ha parlato per replicare alle dichiarazioni di Francesco Totti di ieri. Ecco le sue parole a Sky Sport:

Totti poteva incidere di più?
Tutti grandi calciatori vivono il passaggio dall’essere un’icona a diventare un’altra cosa. E’ un percorso non semplice. Noi siamo sempre stati pazienti nell’aspettarlo. Il primo anno per lui è stato più difficile per capire cosa fare, poi dopo l’uscita di Monchi gli è stato proposto di diventare direttore tecnico. Lui non ha dato risposta, e siamo rimasti dispiaciuti del fatto che non pensava di incidere. Lui ha scelto Ranieri ed è stato un suggerimento accolto dalla società, e poi di tentare di convincere Antonio Conte e la società lo ha seguito nel tentativo difficile. E’ evidente che parliamo di un percorso. Io non lavoro nell’area tecnica e non so se altre sue indicazioni siano state meno considerate. Noi speravamo potesse continuare a crescere in quello che deve essere un lavoro di squadra, nessuno sceglie da solo.

Totti ha parlato della deromanizzazione…
Dispiace che questa sia la sua percezione. I fatti sono altri: lui ha avuto due contratti da giocatore e uno da dirigente, oltre alla proposta del febbraio scorso da dt. De Rossi ha rinnovato due volte il contratto con noi, e poi gli è stato offerto un contratto da dirigente o da allenatore. Ma anche gli investimenti fatti per riportare gli altri giovani cresciuti nel settore giovanile, come Florenzi e Pellegrini. Anche Luca Pellegrini è stato in rosa fino a gennaio. Abbiamo avviato anche il programma Hall of Fame che consente di poter tornare a a far parte di questa famiglia anche con una partita giocata. Desideri, Chierico, Rizzitelli, Righetti ad esempio. Neanche cito altri investimenti fatti, c’è un archivio storico. Il contrario di questo termine sarebbe sciocco e autolesionista. Il patrimonio implica un valore inestimabile dal punto di vista emozionale e patrimoniale. Sono i fatti a dimostrare che non è così.

Totti ha parlato dell’assenza di Pallotta. Sarà più presente?
I due tornei più importanti sono stati vinti da Liverpool e Chelsea, e ditemi quanto i loro presidenti sono presenti nelle rispettive società. Pallotta ha invitato più volte Totti a casa sua, poi c’è una difficoltà di lingua e di cultura che non facilita le cose e noi potevamo impegnarci di più in tal senso.

Quale rapporto c’è stato tra di voi?
E’ sempre sbagliato personalizzare. Per me era un idolo dell’infanzia. Una volta scrissi una lettere ad un giornalista del Corriere della Sera che lo attaccava dopo il calcio a Balotelli per difenderlo. Con me c’è sempre stato un rapporto corretto, ma io non lavoro nell’area tecnica. Gli ho sempre dato la massima disponibilità dicendo che la mia porta per lui era sempre aperta.

Totti parla di un possibile ritorno con una nuova proprietà. Ci saranno risvolti legali?
Noi non potevamo fare a me no di notare questo riferimento a una nuova proprietà, e abbiamo voluto ricordare che qualsiasi iniziativa deve essere fatto rispettando delle rigidissime regole. Pallotta è stato chiaro: la Roma non è in vendita e non ha intenzione di metterla in vendita ed è necessario che il mercato lo sappia.

Che cosa portano queste parole?
Siamo dispiaciuti. Dal punto di vista del mercato non è associato in nessun modo, abbiamo un piano che va avanti a prescindere da chi sta in società. Non mi occupo di mercato e faccio riferimento a dei fatti e dicono che questa proprietà ha investito senza sosta in questi anni. Ha completato un risanamento ed ha portato risultati piuttosto buoni. Investiremo ancora e questa proprietà renderà ancora di più la squadra competitiva. Sbagliare può fare parte della gestione tecnica, non capita soltanto alla Roma. Abbiamo fatto degli errori, come dichiarato dal presidente. Quest’anno è stato negativo e questa deve essere una motivazione in più. Pallotta è ambizioso. Voglio ricordare un grande equivoco della quale è vittima Pallotta. Parlando della sua avventura con i Boston Celtics, ha avuto la fortuna dopo 5 anni di vincere il titolo NBA e si augurava di poter replicare anche alla Roma. Ha detto che voleva replicare quello che ha fatto e resta la sua ambizione.

Ci sono dei punti positivi su cui riflettere sulle strategie di mercato future?
Siamo dispiaciuti. Dal punto di vista del mercato non è associato in nessun modo, abbiamo un piano che va avanti a prescindere da chi sta in società. Non mi occupo di mercato e faccio riferimento a dei fatti e dicono che questa proprietà ha investito senza sosta in questi anni. Ha completato un risanamento ed ha portato risultati piuttosto buoni. Investiremo ancora e questa proprietà renderà ancora di più la squadra competitiva. Sbagliare può fare parte della gestione tecnica, non capita soltanto alla Roma. Abbiamo fatto degli errori, come dichiarato dal presidente. Quest’anno è stato negativo e questa deve essere una motivazione in più. Pallotta è ambizioso. Voglio ricordare un grande equivoco della quale è vittima Pallotta. Parlando della sua avventura con i Boston Celtics, ha avuto la fortuna dopo 5 anni di vincere il titolo NBA e si augurava di poter replicare anche alla Roma. Ha detto che voleva replicare quello che ha fatto e resta la sua ambizione.

Pallotta senza stadio potrebbe lasciare?
E’ un tema cruciale quello dello stadio e no è un business di per sè. E’ cruciale lo stadio e fortunatamente l’ho sentito dire da alcuni personaggi tra cui Ranieri. E’ un amplificatore di ricavi che sono neccessari alla Roma per incrementare la sua capacità competitiva. Senza lo stadio l’orizzonte resta molto complesso per primeggiare. Senza ricavi sarà pressoché impossibie sfidare la Juventus che ha il doppio del nostro fatturato. Pallotta non lascerà nulla di intentato per realizzarlo, e insisterà per lungo tempo.

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