INTER-ROMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI
In tempi di grandi appuntamenti tennistici, il pomeriggio pre – pasquale continua a evidenziare il “braccino” delle varie contendenti , atteggiamento esemplificato dal Milan, che trova il vantaggio a Parma a metà secondo tempo e poi si fa raggiungere nel finale. Deficit psicologico, innanzitutto.
Forse per la prima volta, in una corsa che ha finora atteso ogni ritardatario, una contendente si sfila definitivamente: Lazio – Chievo, fatte le debite proporzioni, vale il Roma – Lecce del 1986, con l’aggravante rappresentata dalla formazione dei clivensi. E dire che per i biancocelesti questa giornata rappresentava una sorta di set-point.
È con questo credito emotivo che gli uomini di Claudio Ranieri vanno in campo a San Siro: per male che possa andare, il Milan non sarà fuggito.
Disposizioni tattiche speculari, palleggio romanista più fluido, questi i “sintomi” tecnici di un primo tempo in cui la circolazione di palla romanista è orchestrata, nella trequarti, da un Edin Dzeko michelangiolesco in fase di rifinitura e distribuzione di palla.
Menzione di merito per Steven ‘N’Zonzi, “durissimo e lucido come il diamante” in fase di contrasto, secondo la citazione gucciniana.
A proposito di diamanti: al minuto 14 la conclusione di El Shaarawy per il vantaggio giallorosso è un triplice gioiello tecnico, dalla preparazione con doppio dribbling fino alla conclusione cesellata e perentoria che Handanovic vede forse partire, forse; ma è la coralità dell’azione a rubare ancora di più l’occhio degli esteti, ancora una volta con Dzeko suggeritore sopraffino.
I dati del possesso palla dicono più Inter, il che ratifica l’efficacia romanista anche in fase di non possesso. Asamoah è, per distacco, l’interista più dinamico e più lucido in fase di spinta.
Il finale di tempo è interista per pressione territoriale, ma alla veemenza non corrisponde la nitidezza delle idee.
Lautaro lo individuano più gli spettatori che i compagni, per rendere le idee.
Si ricomincia, nella ripresa, con Zaniolo al posto di Ünder. L’Inter è la stessa fino al minuto 53: Icardi, acclamato (dalle tribune) sin dal riscaldamento, entra al posto di Nainggolan che, come in ogni occasione in cui incontra una sua ex squadra, stasera era in vacanza motivazionale, per così dire.
Roma forse un po’ più schiacciata su se stessa, allo scoccare dell’ora di gioco? C’è Zaniolo che riesce a beneficiare delle verticalizzazioni di Pellegrini e in questo senso è una garanzia di profondità, tenendo conto anche del fatto che si può scaricare palla su Dzeko.
N’Zonzi centrale, ottimo riferimento.
Minuto 61: D’Ambrosio al cross, da destra; tutti su Icardi, Perisic sbuca alle spalle di Florenzi. Testa, gol.
Roma bassa e compassata, da questo momento; se si bada solo al cronometro, si imbarca acqua, questo è certo.
Alta una punizione di Perisic al minuto 66.
Un minuto dopo, fa capoccella la Roma nella metà campo interista; calcio d’angolo di Kolarov da sinistra: sulla respinta della retroguardia batte di destro, secco e teso, ma non potentissimo, Pellegrini; blocca a terra Handanovic.
Più Inter, ora, comunque; alla Roma il compito di restare razionale nel contenimento, per gestire al meglio ogni transizione offensiva.
Alto un sinistro di Politano al minuto 73, dai venti metri.
Bravo Juan Jesus su Icardi un minuto dopo, in anticipo lungo l’out destro d’attacco dell’Inter.
Giallo per Cristante, falloso ma non esageratamente su Borja Valero al 76’.
Minuto 79, Joao Mario per Lautaro.
Poco prima, contatto fortuito tra Borja Valero e Pellegrini, toccato fortuitamente al naso.
Minuto 81: proprio Pellegrini cede il post a Kluivert. Finale con pretese di vivacità.
Giallo per Zaniolo al minuto 84, falloso su Joao Mario. Subito dopo, fuori Politano, stizzito con Spalletti, dentro Keita. Anche Lucianone per il tutto per tutto.
Spezzatino, poco palleggio, qualche fischio. Habitat naturale e ideale per il calcio di Ranieri.
Vorremmo rivedere la mezza caduta di Kolarov in area, spinto da Keita: non cade, impatta la palla ma per mera carambola, nessuno protesta.
Dopo 3’ di recupero, si porta via il punto, si resta lì, si sbircia il calendario.
Buona Pasqua.