Il professor Accorsi e il Campione: «Abbiamo fatto emozionare Totti»
(LEGGO) Un fuoriclasse della Roma. Christian Ferro è talento puro e irrequietezza. Tanti soldi e una solitudine che non trova conforto in ingaggi milionari. Il Campione, dell’esordiente Leonardo D’Agostini, con Andrea Carpenzano, il calciatore, e Stefano Accorsi, professore spiantato che accetta l’impresa impossibile, prepararlo per la maturità, racconta il lato oscuro del successo.
Ma è un film sul calcio solo in apparenza, perché il calcio lo attraversa per riflettere sui mali amplificati dai social: solitudine e voglia di successo. «C’è stato un momento in cui ho fatto i conti con la popolarità, ci si sente derubati dell’intimità. Ho sentito un impatto forte dopo alcuni film di grande successo», spiega Accorsi, «allora ho avuto bisogno di ritrovare la solitudine, me ne sono andato all’estero e quello mi ha placato, quindi è un’esperienza che ho vissuto».
Carpenzano, che col personaggio di Ferrocondivide l’età, è convinto che nel mondo del calcio «se hai tante persone intorno è inevitabile sentirsi soli» e sui calciatori, le rockstar di quest’epoca social, l’attore romano ha le idee chiare: «A livello umano non mi hanno mai interessato. Totti faceva cose allucinanti, come Baggio, Maradona, guardo le loro gesta estasiato, ma finisce lì».
Il film, girato realmente sui campi di Trigoriae all’Olimpico, è stato costruito con un attento «lavoro sulle biografie dei talenti ribelli come George Best, Cassano e Balotelli, persone che hanno vissuto vite parallele rispetto ai loro coetanei», sottolinea il regista. E a proposito di campioni, Accorsi ha raccontato un aneddoto: «Totti ha visto il film. Era emozionato e ci ha detto è proprio così!».