Roma malata e senza difesa
(IL MESSAGGERO, Trani) Solita chance sprecata. Ma, a 10 partite dal traguardo, il flop in Emilia può risultare decisivo. Cambia l’allenatore, non il risultato: la Roma, irriconoscibile e fiacca, perde con la Spal anche al ritorno. Se la sconfitta del 20 ottobre all’Olimpico è stata soprattutto umiliante, questa di Ferrara, 2-1, rischia però di chiudere in anticipo la corsa Champions. Il Milan e l’Inter, in attesa del derby, restano avanti rispettivamente di 3 e 4 punti. Il 4° posto, insomma, si allontana.
Commozione al Mazza quando la Spal entra in campo con il lutto al braccio per la scomparsa di Cipollini e la Roma si presenta con il ricordo di Taccola sulla manica, a 50 anni dal tristissimo pomeriggio di Cagliari. Improvvisazione, invece, nel match. Non solo i lancioni giallorossi chiesti da Ranieri ma anche quelli biancoazzurri imposti da Semplici che però prepara meglio la sfida e va all’incasso. La superiorità numerica a centrocampo, con il 3-5-2, garantisce più possesso palla. Ne approfittano il play Missiroli e gli intermedi Murgia e Kurtic. All’assalto vanno Lazzari e faraes. Nzonzi e Cristante pensano alla costruzione solo nella metà campo avversaria, chiamando in causa anche Karsdorp. Jesus, invece, resta dietro. Si alzano Kluivert ed El Shaarawy, allineandosi a Schick e Dzeko: fase offensiva con il 4-2-4. La formula con il doppio centravanti, però, fa cilecca.
SOLITA DORMIT – A Ranieri, schierando 3 centrali difensivi nella linea a 4, punta a proteggere Olsen. In mezzo Fazio e Marcano, a sinistra Jesus subito in apnea contro Lazzari. La mossa, però, non paga. La Roma, a metà tempo, è già sotto. E addirittura prende il gol, il 57° (e diventeranno 58) in 38 partite stagionali, con la difesa schierata. Cross scontato di Cionek dalla destra e taglio vincente di Fares: colpo di testa, Karsdorp nemmeno prova a saltare.
Il nuovo sistema di gioco, insomma, non basta: i giallorossi rimangono vulnerabili. E impotenti. Bisogna aspettare 35 minuti per la prima conclusione nello specchio della porta. Dzeko calcia sul palo coperto: Viviano respinge con i piedi. La Spal, brillante e propositiva, mette pressione a Olsen: Lazzari è il più intraprendente. Dzeko, a fine tempo, risponde ai tifosi biancoazzurri che lo insultano e litiga, rientrando negli spogliatoi, col ds della Spal Vagnati e con i panchinari di Semplici: Rocchi lo ammonisce. Il centravanti ormai è nervoso pure a gioco fermo. Ma è l’unico almeno ad andare al tiro.
INTERVENTO SCONTATO – La Roma, come spesso è accaduto in questo campionato, regala mezza partita. Sbagliata la formazione iniziale, la 38ª diversa in 38 match: Jesus non è adatto per Lazzari, El Shaarawy per aiutarlo si allontana dalla porta avversaria e Kluivert da esterno corre a vuoto. Ranieri, dopo l’intervallo, inserisce Zaniolo e Perotti per Kluivert ed El Shaarawy. Dzeko, su lancio di Zaniolo che entra convinto e spigliato, conquista subito il rigore, fallo di Cionek (da rosso), trasformato da Perotti per il momentaneo pari. Jesus, però, è ancora in campo e atterra Petagna: Rocchi assegna il rigore e il Var, odiato dal pubblico di Ferrara, conferma la decisione poco convincente dell’arbitro. Petagna realizza per il nuovo vantaggio della Spal. Viviano salva su Dzeko. Schick ha la lingua di fuori e chiede il cambio. Resta, però, in campo. Cionek va a colpire di testa: traversa. Entra Santon per Karsdorp. Nemmeno questo cambio è però sufficiente a evitare il 12° ko stagionale (7° in campionato). La Spal vince in casa dopo 6 mesi (17 settembre) e vede la salvezza, la Roma esce di scena. Lasciati 16 punti a chi lotta per non retrocedere.