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Roma, Champions in dodici mosse

(IL MESSAGGERO, Trani) Ranieri davanti alla panchina giallorossa: in piedi, a scrutare il campo. Come sempre, come 8 anni fa. Le luci dell’Olimpico si accenderanno per l’allenatore di San Saba. Soprattutto, nella notte del suo ritorno, lo inquadreranno i gli obiettivi dei fotografi e degli operatori tv. Facilmente riconoscibile lui, sir Claudio. Non la Roma. Ma vista così, anche nelle giornate peggiori della stagione. In chiara e angosciante emergenza. Eppure, anche per i risultati delle rivali in questo weekend, costretta a riabilitarsi subito contro l’Empoli quartultimo. Il crollo nel derby e l’eliminazione di Oporto non permettono di piangere sulle assenze.

Sono i risultati recenti a imporre l’ennesima ripartenza. In campionato, perché ormai non c’è altro a cui pensare. Dopo la figuraccia di fine gennaio in Coppa Italia, l’addio di mercoledì alla Champions. L’unico obiettivo che resta è il 4° posto. Da conquistare nelle prossime 12 giornate. Ma il ko contro la Lazio complica ulteriormente il percorso. Perché bisogna prendere atto dell’allungo del Milan e dell’Inter. E del ritorno in quota dell’Atalanta e del Torino. Gattuso e Spalletti, domenica prossima avversari a San Siro, sono avanti. Inzaghi ha la gara con l’Udinese da recuperare. Magari a Gasperini e Mazzarri basta l’Europa League. Intanto, però, si iscrivono alla corsa.

ROSA DECIMATA – Via Monchi, Di Francesco con 6 dei 7 collaboratori, il medico Del Vescovo e il fisioterapista Stefanini. Ma più che contare gli uomini appena usciti da Trigoria, Ranieri si concentra sull’elenco dei giocatori disponibili. Mezza squadra non c’è: gli squalificati Fazio, Kolarov e Dzeko; gli infortunati Manolas, De Rossi, Pellegrini, Pastore e il convalescente Under. Scelta minima. Azzerata in difesa, dove entrambi i centrali sono mancini: Jesus e Marcano. La linea sarà comunque a 4. Recuperato Zaniolo per piazzarlo dietro a Schick. C’è poco da sbizzarrirsi, insomma. Andando sul semplice. E verificando chi sta meglio dopo i 120 minuti di Oporto. Ecco 5 primavera tra i 21 convocati: il fluidificante mancino Semeraro, il difensore centrale Cargnelutti, i centrocampisti Pezzella e Riccardi, più il centravanti Celar.

FRAGILITÀ ACCERTATA – La Roma, in 36 partite, ha incassato 55 reti. Coppe comprese che, però, non sono più in calendario. Ranieri conosce bene la situazione. Sa che l’attacco funziona e la difesa non tiene. La sua spiegazione: l’assetto è vulnerabile per i palloni persi nell’impostazione. Ma, con i difensori contati, non può certo coprirsi. Come fece, il 13 settembre 2009, per vincere al debutto in giallorosso: 1-2 in rimonta a Siena. Dove schierò, davanti a Julio Sergio, Cassetti a destra, Mexes e Juan in mezzo e Burdisso, subito suo principale interlocutore, a sinistra. Iniziò con il 4-4-1-1, ma con 3 centrali in difesa. Poi 5 centrocampisti: Perrotta, De Rossi, Brighi e Taddei, più Pizarro trequartista. In attacco solo Totti. I marcatori/difensori chiusero il cerchio: Mexes e Riise (dentro per Juan).

Contro l’Empoli vedremo più giocatori offensivi: Zaniolo, Kluivert, Schick ed El Shaarawy. Sulla panchina avversaria, invece, c’è Iachini. Sir Claudio conquistò contro il collega l’ultimo punto da romanista: all’Olimpico, il 2 febbraio 2011, 1-1 contro il Brescia che anticipò i ko contro l’Inter, il Napoli e il Genoa. E i saluti. Adesso, dopo più di 8 anni, è di nuovo qui.(


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