Roma, tre reti da Champions
(IL MESSAGGERO, Trani) La Roma fa finalmente la grande contro una piccola, ricordandosi di 13 punti buttati nel girone d’andata contro le squadre di bassa classifica. Così evita l’ennesima ricaduta in Veneto e, vincendo 3 a 0 contro il Chievo ultimo, si piazza al 4° posto, in attesa di Milan-Cagliari (domani sera a San Siro). La prestazione del giallorossi al Bentegodi è di sostanza, anche guardando alla partita di martedì con il Porto: giocatori concentrati e disponibili. Con capitan Dzeko che trascina i compagni in zona Champions.
LEGGE DI STABILITÀ – «Solo col Chievo, vincete solo col Chievo». Qui hanno fatto cilecca il Napoli, la Lazio e l’Inter. Ma ai tifosi della Roma il successo di Verona non basta: la macchia di Firenze non si cancella. La virata tattica di Di Francesco, con la conferma del 4-1-4-1 (o, per andare sul semplice, del 4-3-3 che appare, e nemmeno sempre, in fase offensiva), fa però bene al gruppo. Che, ritrovato l’equilibrio di squadra, si prende subito il match del Bentegodi. Il sistema di gioco, sembrerà strano a chi insiste a non voler dare il giusto valore ai numeri e agli schemi scegliendo come unità di misura l’individualità e mai il collettivo, incide più dell’emergenza che, in questo viaggio, penalizza ogni reparto: oltre allo squalificato Pellegrini, restano a casa pure gli indisponibili Olsen, Manolas, Perotti e Under.
I giallorossi, però, si aggrappano all’organizzazione che predica, dall’estate 2017, il loro allenatore, costretto a schierare la 31ª formazione diversa in 31 partite. Reparti vicini e pronti a salire in simultanea, corsie sempre affollate con tagli e sovrapposizioni. In sintesi: pressing, dinamismo e collaborazione. Nzonzi fa bene il play a 360 gradi, interditore e distributore. Attaccano Karsdorp e Kolarov, lavorano bene alle spalle di Dzeko, Cristante e Zaniolo. Schick è disponibile a destra ed El Shaarawy chirurgico a sinistra. Di testa Nzonzi indirizza in profondità sul rinvio di Sorrentino e proprio El Shaarawy, 6 reti nelle ultime 6 partite contro il Chievo, batte allo sprint Bani e, superato il portiere, timbra per il vantaggio: con l’8° gol in questo torneo si conferma il miglior realizzatore del gruppo. Dzeko lo imita, saltando sulla destra Hetemaj: sinistro e raddoppio.
BLACK OUT PARZIALE – La Roma, in 18 minuti, è già avanti di 2 reti. Monchi si gode il raccolto quanto Di Francesco in campo: 8 giocatori su 11 della formazione di partenza sono stati scelti dal ds. Ma il suo mercato non nasconde i soliti difetti della squadra. Che, come spesso è accaduto durante la stagione, si rilassa, lasciando il controllo del match. Il Chievo, con il suo 4-3-1-2, prova ad approfittare dell’improvvisa staticità dei giallorossi che staccano fino all’intervallo la spina. Mirante vola sul colpo di testa di Djorjevic che gira verso la porta dopo la torre di Bani.
GESTO SGRADITO – Kolarov, 6° gol in campionato, chiude la trasferta a inizio ripresa. Il mancino è il più contestato, insieme con Pallotta, dai 500 tifosi presenti al Bentegodi. Dopo la rete, rasoiata di sinistro su invito dell’amico Dzeko, si inchina davanti al settore ospiti. La gente non gradisce: raffica di insulti. Di Francescoaspetta un’ora prima di pensare al Porto (martedì all’Olimpico l’andata degli ottavi di Champions): dentro Florenzi per Schick e subito dopo De Rossi per Zaniolo, con Nzonzi avanzato accanto a Cristante. Dzekocolpisce forte di sinistro: traversa. E offre la palla per il bis a El Shaarawy: palo. Son 15 i legni colpiti in stagione. Di Carlo, 12 reti subite nelle ultime 4 partite (con 47, peggior difesa della serie A), assiste allo show giallorosso che certifica il 6° risultato utile di fila, mai successo in questo torneo.