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Roma, tiro al bersaglio prima della Champions

(GAZZETTA DELLO SPORT) La Capitale ha parlato, Milano risponderà? Anche la Roma ha fatto quel che doveva: bracca la Lazio, si prende almeno un paio di notti al quarto posto mettendo altra pressione all’Inter e sperando in una frenata del Milan, lancia l’operazione Champions scaldando Dzeko, sempre più attaccante di squadra, totale: un gol (il 5° in campionato, tutti in trasferta), un assist, il 4-0 sfiorato due volte. Manifesta superiorità di qualità, per la Roma: altri impegni diranno se è stata vera gloria. (…)

Il primo gol della Roma è stato un torto dei suoi a Di Carlo, che li aveva scongiurati di non ricadere in certe distrazioni difensive: un colpo di testa centrale di Nzonzi è diventato assist per El Shaarawy (7° gol personale al Chievo), stavolta impietoso nel leggere un errore difensivo collettivo, riassunto dal ciapanò di Bani e Frey. Invece il secondo gol, quello del 2-0, se l’è fatto da solo Dzeko, con un gol capolavoro per lettura, costruzione (uno-due richiesto a Karsdorp) e soluzione finale: sterzata su Hetemaj che lo sta ancora cercando e traiettoria disegnata in spazi ristretti, sul palo lontano.

La vulnerabilità centrale della Roma si è propagata fino ad inizio ripresa ma stavolta, prima di rischiare un’altra salita improvvisa, è emersa anche una spietata tendenza al killeraggio. Sfogliando il manuale della ripartenza perfetta: strappo di El Shaarawy, sponda baciata di Dzeko, corridoio spalancato per fulmine Kolarov. A quel punto Di Carlo ha se non altro ha testato le sue forze nuove, mentre la Roma ha potuto destinare testa e energie al Porto (ma Schick ha sentito un muscolo pizzicare) e consegnare il palcoscenico a Dzeko, che in un quarto d’ora ha impegnato Sorrentino dopo gioco di prestigio, fatto tremare la traversa e consegnato a El Shaarawy un invito che non è diventato assist solo per colpa del palo.

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