ROMA-PORTO. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – La Champions ha la capacità, almeno nelle ultime due stagioni, di tirar fuori il meglio della Roma.
Un ottavo di finale con un avversario forse non straordinario ma difficilissimo da affrontare: un risultato che lascia l’amaro in bocca perché poteva essere ben più ampio a favore dei padroni di casa.
Da una parte, conoscendo la Roma, non è un male andare a giocare la gara di ritorno con un parziale che lascia spazio a ogni eventualità: nessuno potrà così avere, infatti, l’insano stimolo di sottovalutare l’appuntamento.
I giallorossi, dopo l’assurda debacle di Firenze, sembrano tornati squadra: nei movimenti, nell’aiuto che si offrono tra loro i compagni, nel rispetto delle consegne. Una cosa non da poco, visto il fondo che si era arrivati a toccare.
Mirante subisce goal non venendo in pratica mai impegnato: reminiscenze di una Roma un anno fa capace di essere spesso impermeabile ai pochissimi attacchi avversari concessi.
In una prova sostanzialmente positiva di tutti gli interpreti romanisti, non si possono non citare, su tutte, le prestazioni di Džeko e Zaniolo.
L’attaccante bosniaco è sfortunato in occasione di entrambi i pali (ennesimi della stagione) colpiti, ma fa un lavoro straordinario per la squadra, oltre a essere determinante nelle due segnature.
Sul classe ’99, una serie di pensieri in ordine sparso. Fa due goal da attaccante; ha una forza nelle gambe che, in maglia giallorossa, ricordo nel miglior Cassano; una falcata che – ha ragione Malagò su questo – rimanda a Kakà.
Ma per la “10”, è ancora molto presto: anche perché – nessuno si offenderà – siamo un po’ tutti prevenuti, visti i precedenti; di fronte a un’offerta importante, siamo certi che quel numero non se lo troverebbe sulle spalle con un’altra casacca?
Pensiamo, comunque, al presente: un anno fa la Roma giocò le tre andate degli scontri diretti di Champions in trasferta e furono tre sconfitte. Anche se vincesse il Porto, i giallorossi (dal 3-2 in su) potrebbero passare; meglio, però, invertire la tendenza e raggiungere con un risultato positivo dei quarti che, stando a quanto visto ieri, la squadra di Di Francesco meriterebbe ampiamente.