Roma, la notte del giudizio
(IL MESSAGGERO, Trani) Basta alzare gli occhi al cielo per capire che notte sarà all’Olimpico. Annunciati rovesci, fulmini e saette sulla Capitale. E sulla Roma che avrebbe preferito giocare lo scontro diretto con il Milan (ore 20,30, quando la pioggia dovrebbe comunque rallentare), in palio il 4° posto, con ben altro clima. Da non associare, però, al meteo delle ultime ore. Più del diluvio nel weekend, conta la grandinata di mercoledì. I giallorossi, umiliati dalla Fiorentina (7-1 al Franchi ed eliminazione ai quarti della Coppa Italia), si devono riabilitare davanti al proprio pubblico. La gente è stanca di giustificazioni e figuracce. Il riscatto dopo la vergognosa resa in Toscana ha quindi la priorità sulla zona Champions. Che è l’unico obiettivo della stagione e il principale della proprietà Usa. La tifoseria, invece, chiede di meglio, scottata dal chiaro ridimensionamento iniziato nell’estate 2017. Ecco perché, con lo stadio che rischia di svuotarsi (annunciati 40 mila spettatori, cornice non da big match), non perdona nessuno: presidente, allenatore, società e squadra.
SENZA PARACADUTE – Di Francesco è sempre più solo. Monchi lo difende come può pensando a se stesso, la società si limita a farlo sotto traccia: non rischia il posto nemmeno se perde contro il Milan. Non ci crede nessuno, ma bisogna dirlo perché, aspettando il 3° turno del girone di ritorno, è sembrato doveroso rafforzarne la posizione dentro Trigoria, dove il tempo è volato via pesante tra confronti e sussurri. L’allenatore, bocciato da Pallotta già a settembre, sceglie il solitario per giocarsi la sfida cruciale della sua gestione.
SVOLTA TATTICA – Così, pure per cautelarsi dall’emergenza in cui si trova per infortuni e squalifiche (giocatori contati in ogni reparto: tra i 21 convocati, i primavera Riccardi e l’attaccante Cangiano, ieri 3 gol proprio al Milan), ripropone il suo 4-3-3, scartato 4 mesi e mezzo fa e scelto in 5 delle prime 6 partite stagionali. Virò, per accontentare i giocatori e metterli a loro agio. Ma, al 30° match del suo calvario, prepara il nuovo ribaltone. In fase difensiva sarà il 4-1-4-1 che si è visto già nella ripresa a Firenze e che ha tenuto decentemente per metà tempo, fino alla sciocchezza di Cristante (rete del 4-1 e partita chiusa) e all’espulsione di Dzeko. Il rientro di De Rossi che, non essendo titolare dal 28 ottobre, incide sul cambio del sistema di gioco. Il capitano non è al top della condizione (a Firenze, solo 13 minuti per il rodaggio), scende in campo con la sorta dei giovani scudieri Pellegrini e Zaniolo. In difesa il ballottaggio a destra tra Santon e Karsdorp permette la mossa di Florenzi alto sulla stessa corsia. A sinistra conferma per El Shaarawy. E Dzeko di nuovo dall’inizio per cercare il sorpasso: il Milan quarto ha 1 punto in più della Roma e si può accontentare del pari dopo il successo al fotofinish dell’andata.
ASSETTO FRAGILE – Di Francesco di sicuro invidia Gattuso: 1)Il suo collega ha avuto, nel mercato di gennaio, 2 rinforzi, il centravanti cecchino Piatek e la mezzala talentuosa Paquetà: doppio colpo di Elliott e nessuno di Pallotta, nonostante per l’allenatore fosse inevitabile intervenire anche in inverno; 2) il Milan nelle ultime 3 partite non ha incassato reti (1 gol in 5), la Roma ne ha prese 12 (media di 4 a match): a far la differenza l’equilibrio (il 4-3-3, abbandonato momentaneamente, è il modulo di riferimento), sconosciuto ai giallorossi dalla stagione scorsa; 3) la stabilità ritrovata, pur non avendo mai avuto la fiducia di Leonardo: il gruppo, però, lo ha sempre sostenuto, proprio quello che non accade più nello spogliatoio di Trigoria.