FROSINONE-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Sei vittorie e due pareggi nelle ultime otto giornate: questo recitano i freddi numeri. La Roma, pur tra mille difficoltà, continua a fare punti e a rimanere in corsa per un posto in Champions.
I puristi dell’ultim’ora – quelli che per anni hanno attaccato Zeman perché “non conta giocare bene, ma vincere” – sono improvvisamente attenti alla qualità del gioco espressa dalla squadra di Di Francesco.
Il quale dovrebbe, secondo i più, offrire caviale calcistico trovandosi a schierare il pachidermico Nzonzi, la brutta copia di Fazio, gli inadeguati Marcano e Santon, un De Rossi alle prese con un finale di carriera complicato da un infortunio grave.
Comunque, al netto di mille chiacchiere, la gara di Frosinone mostra ancora una volta la semplicità del calcio: se hai i campioni (il campione) vinci.
Edin Džeko fa parte di questa categoria ed è curioso come decida di mostrare le sue qualità in alcuni casi. Un anno fa, in Milan-Roma, fu una gomitata di Bonucci a “sbloccarlo” mentalmente; ieri – all’improponibile e prevenuto Manganiello, che la Roma dovrebbe ricusare – si sono aggiunti gli insulti dello “Stirpe”.
Come il Marty McFly di “Ritorno al Futuro”, che scatta quando qualcuno gli dà del “fifone”, Džeko si accende quando provocato, trasformandosi in trascinatore e bomber decisivo.
Ben vengano gli scarpini tirati, i palloni calciati con forza a lato, le liti con i compagni: sintomi di sangue nelle vene, di voglia di aggredire gli eventi e non di subirli.
Per il resto, stendendo un velo pietoso sull’ennesima papera di Olsen (perlomeno è fortunato), è imbarazzante il modo in cui arriva il 2-2, ma ancor di più lo è lo smembramento di una squadra che funzionava.
Un anno fa, grazie alla presenza di Nainggolan e Strootman, la Roma riusciva a essere corta in avanti, concedendo pochissimi spazi: con i centrocampisti attuali la squadra è sempre spaccata in due e ogni pallone perso, anche al limite dell’area avversaria, si trasforma – in ogni partita – in contropiede sùbito potenzialmente pericoloso.
Siamo quasi a marzo e i bilanci vanno rimandati a fine stagione: qualunque risultato ottenga la Roma, ci sarà comunque necessità assoluta di profondi miglioramenti.