VOTI A RENDERETOP

VOTI A RENDERE di Paolo MARCACCI

Nuova puntata della rubrica del nostro geniale Paolo Marcacci che da buon professore, dà i voti al weekend appena trascorso… Una rubrica da non perdere…

10) Leo Messi
Partita difficile per il Barcellona a Siviglia, con gli andalusi che hanno dettato i ritmi e che per due volte hanno trovato il momentaneo vantaggio. Però la Pulce decide di esibire una summa tecnica del suo repertorio infinito: cinquantesima tripletta in carriera, come un menù d’assaggio in un ristorante dove si è avvezzi alle prelibatezze.

9) Edin Dzeko
Il gol del pareggio, suo primo personale nel match dello “Stirpe”, è un’esecuzione adamantina dal punto di vista della coordinazione e proprio per questo lui la fa sembrare semplice. Il suo secondo gol, quello del 2-3, indica non solo per via di metafora gli attributi di un uomo silenzioso e dagli atteggiamenti contenuti, che i superficiali hanno spesso scambiato per debolezza caratteriale.
Quanto a bagaglio tecnico, merita il podio nella galleria dei grandi numeri nove della storia giallorossa: per i fondamentali, gente come Batistuta o Voeller gli era inferiore.

8) Milan
Innesti preziosi (Paquetà ancora più di Piatek, a giudizio di chi scrive) che hanno esaltato un collettivo di qualità, trainato da un signore che avrà ancora molti limiti a livello tattico, ma sulle cui doti di motivatore e di “chioccia” del gruppo non è ammissibile avere perplessità: Gennaro Gattuso è il vero mental coach del Milan, attraverso il proprio esempio.

7) Torino 
Con una prestazione tutta sostanza, senza alcuna disattenzione, batte la celebrata Atalanta in maniera perentoria, regalandosi strameritate ambizioni europee da qui alla fine del torneo.

6) Massimiliano Allegri
Al termine di Atletico Madrid – Juventus il popolo bianconero sul web gli ha riversato addosso un’ingratitudine epocale.
Nella conferenza pre-Bologna evidenzia grande lucidità, carattere, doti analitiche circa il momento della propria squadra. Assegnamo alla Juventus ragionevoli (in rapporto all’elevato coefficiente di difficoltà) possibilità di ribaltare l’esito parziale del Wanda Metropolitano proprio grazie a come il suo tecnico ne sta curando la preparazione. Forse la maggior parte degli juventini non lo merita.

5) Eusebio Di Francesco 
Dopo ogni prestazione ad agonismo intermittente, per così dire, esibisce sempre la stessa tiritera di perplessità sul carattere della squadra e le sue disattenzioni. Come se al timone della Roma ci fosse qualcun altro.

4) Mauricio Pochettino 
Da allenatore, è quasi sempre riuscito a tenere un comportamento pacato e rispettoso. Al termine di Burnley – Tottenham però, partita nella quale gli Spurs hanno pagato dazio sganciandosi dal vertice, ha letteralmente perso la testa. Tutti da interpretare, peraltro, i suoi labiali nei confronti dell’arbitro Mike Dean.

3) Kylian Mbappè
Attaccante fantastico, per carità. Proprio per questo, il gol numero 50 in Ligue 1 sarebbe prima o poi arrivato contro il Nimes (infatti ne sono arrivati due, senza il bisogno di cercarlo con un imbarazzante tocco di mano. E da villano.

2) Le voci su Sarri alla Roma
Quando un’indiscrezione del genere viene fuori, per di più in un momento nevralgico della stagione, non accade mai per caso, ma sempre per volere di qualcuno. Magari anche di uno soltanto.

1) Sceneggiata Politano – Perisic
Discutibile la scelta di Politano di esultare, dopo il momentaneo 1-2 messo a segno a Firenze, imitando la gestualità tipica di Icardi. Ancora più discutibile la reprimenda plateale di Perisic, che sovraespone ulteriormente quello una questione ormai deflagrata, tra stracci (anche familiari) che volano e imbarazzi sempre meno celabili.

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