Roma, un tris di speranza
IL MESSAGGERO (Trani) – Pure se faticosamente, riparte la Roma, fischiata dal suo pubblico. La prestazione è da bocciare. Conta, però, il risultato. Lenta e macchinosa. Nervosa e distratta. Debole e sciatta. Ma almeno capace di tornare a vincere dopo 36 giorni: 3-2 contro il Genoa, in vantaggio per due volte nel 1° tempo.
Sul risultato pesa il rigore che l’arbitro Di Bello nega a Pandev nel recupero: la spinta di Florenzi è ingenua e al tempo stesso evidente. Di Francesco resta in apnea, il 6° posto è deludente. Ma almeno riporta a galla il suo gruppo che, tatticamente e tecnicamente, è irriconoscibile.
RAFFICA DI GAFFE – Monchi oggi vola a Boston da Pallotta, bocciato definitivamente dall’Olimpico, per salvare l’allenatore. Che ha il coraggio, nella notte in cui deve riuscire a difendere il posto, di passare al 3-4-3 con il falso nove, poi modificato in corsa e trasformato nel 5-3-2 per non crollare.
Le assenze rimangono di primo piano: fuori El Shaarawy, Lorenzo Pellegrini e Dzeko. In panchina c’è De Rossi, ma da capitano non giocatore. Il clima allo stadio, pioggia e umidità comprese, non aiuta i giallorossi che navigano da tempo contro corrente. E, come se non bastasse, la papera di Olsen, inattesa e inquietante, va a complicare ulteriormente il match. Il tiro di Hiljemark, da fuori area, è centrale e anche facile da trattenere. La palla, però, sfugge al portiere e passa tra le sue gambe.
Dopo l’errore nella presa, anche la lentezza nel recupero. Prima di sorpassare la linea, il tocco decisivo di Piatek, adesso capocannoniere solitario con 12 reti. Il centravanti ospite lascia dunque il segno e fa venire in mente Dzeko che comunque in campionato è fermo a quota 2 gol.
La Roma, senza il finalizzatore scelto, fa una grande fatica e si sa da tempo. La conferma, comunque, arriva proprio nella serata in cui Di Francesco si presenta senza prima punta. In area del Genoa il più pericoloso è Fazio. Che al terzo tentativo pareggia: girata di destro su punizione di Florenzi. Pari momentaneo.
Ecco l’ennesima dormita, dopo meno di 2 minuti: la difesa sbanda anche con 5 sentinelle, soprattutto con Florenzi e Kolarov distratti sui lati. Sul corner di Romulo, Sandro anticipa di testa Zaniolo e Hiljemark fa centro sul secondo palo.
La squadra rimane fragile dietro e timida: nell’assetto e nel comportamento. Non è un caso che per il secondo pari utilizzi il più classico dei contropiede. Kolarov verticalizza centrale, Under smista di tacco sulla destra e Kluivert, battendo allo sprint l’ex Zukanovic, calcia in diagonale sul palo lontano per il suo 1° gol in A.
COPIONE SCONTATO – Gli errori incidono sul risultato. Meglio evitare, dunque, di chiamarle emozioni. Under, su respinta maldestra di Radu, calcia all’alba della ripresa in Curva Sud a porta vuota. E Olsen, invece, concede addirittura il bis: stavolta si perde la palla sul tiro di Lazovic. Il vantaggio del Genoa, il terzo della serata, viene però cancellato dal Var.
Di Bello aspetta quasi 2 minuti prima di ricevere la risposta del collega Chiffi che sta davanti al video. Rete annullata per fuorigioco di rientro di Piatek. La Roma, impaurita e vulnerabile, si abbassa davanti a Olsen. Zaniolo ormai fa il centrocampista dall’inizio del 2° tempo. Prudente, ma incredibilmente efficace.
Cristante, scambiando con Kluivert che di testa gli acchitta il tiro dal limite, firma il sorpasso dopo un’ora e più tardi chiude la sua partita colpendo il palo da posizione ravvicinata: nessuno in casa segna quanto i giallorossi (21 reti). Prandelli prova a tornare in partita con Pereira per Zukanovic, Rolon per Sandro e Pandev per Romulo e per passare dal 3-5-2 al 3-4-2-1.
Di Francesco replica con Santon per Under e Schick per Kluivert. Ma la Roma sbanda nonostante le correzioni in corsa: Pandev si pappa il gol del pari prima del recupero. E Di Bello poi non vede la spinta di Florenzi proprio sul macedone. Regalo di Natale, in anticipo.