Roma, salto verso l’Europa
IL MESSAGGERO (Trani) – Il Sassuolo continua a ispirare Di Francesco che, superando 3-1 all’Olimpico la sua ex squadra, rilancia la Roma e difende soprattutto la panchina: 7° posto in classifica, restando a meno 4 dalla Lazio e dalla zona Champions, e fiducia dal club, in attesa dell’ultima gara dell’anno, sabato a Parma, prima della sosta. Il successo n.1200 in A è, dunque, pesante e al tempo stesso coinvolgente. Ricco di contenuti, tecnici e tattici.
PARTENZA LANCIATA – La Roma, insomma, si risveglia davanti al suo pubblico. Del resto sa che il campionato non l’aspetta più e, entrata in campo addirittura all’11° posto, si prende subito il match. Di Francesco sceglie il 4-2-3-1 e ripresenta Perotti, di nuovo titolare dopo più di 3 mesi: fin qui solo 5 presenze (1 in Champions) e appena 2 dall’inizio, l’ultima il 23 settembre a Bologna. Tocca proprio a lui a indirizzare la sfida: Giacomelli concede il rigore per fallo di Ferrari su Schick lanciato da Florenzi. Il Var Ghersini dà l’ok, anche se ci mette più di 3 minuti per confermare la decisione dell’arbitro. Perotti spiazza Consigli e interrompe il suo digiuno dopo 8 mesi (segnò, sempre su rigore, ad Anfield contro il Liverpool il 24 aprile). Vantaggio e abbraccio di gruppo sotto la Sud.
E’, però, il pomeriggio di Schick, confermato dal 1° minuto per il 9° match di fila. Dzeko comincia in panchina come a Torino contro la Juve: Di Francesco, schierando la ventiquattresima formazione diversa in 24 partite stagionali, non lo rischia e va avanti con il centravanti di scorta. Che si esalta in contropiede: dopo aver conquistato il rigore, scatta di prepotenza pure sul lancio di Cristante e salta con eleganza Consigli per il bis giallorosso e il suo 2° gol in questo torneo. In mezzo, il brivido creato a Olsen: corner di Brignola, girata acrobatica di Schick in area e traversa. La palla rimbalza oltre la linea, ma non la supera del tutto. Salvato, dunque, dalla tecnologia. Il gol di sicuro lo aiuta: ricami preziosi e movimenti corretti.
SPIRITO DI GRUPPO – La Roma, comunque, non è solo Perotti e Schick. Come d’incanto, torna a comportarsi da squadra. Compatta, propositiva e finalmente efficace. Cristante e Nzonzi lavorano per l’equilibrio. I giallorossi si abbassano stretti sotto palla e ripartono veloci. La linea difensiva del Sassuolo non tiene, soprattutto quando si alza verso il centrocampo. Prima dell’intervallo, altre 4 occasioni con Under, Schick, Zaniolo e Perotti. De Zerbi, dopo il 1° gol, passa dal 3-5-2 al 4-4-2 senza però aggiustare l’assetto come avrebbe voluto. Berardi è pericoloso solo sullo 0 a 0, a centrocampo si sente l’assenza di Sensi, risparmiato insieme con Magnani, Lirola (in campo poi nella ripresa) e lo stesso Di Francesco junior, pure lui schierato in corsa nel 4-3-3. Non sono abituati a giocare 3 match in 8 giorni. Schick ha sulla testa la palla per la doppietta: conclusione lenta e centrale.
La rete più bella, invece, è quella del più giovane tra i titolari. Ancora in contropiede, lancio di Under per Zaniolo che, in area, e mette a sedere Ferrari e a seguire Consigli prima di toccare leggero da sotto. Scavetto di lusso per il 1° gol in A e la standing ovation dell’Olimpico (16 i marcatori giallorossi: nessuna squadra ne conta di più in serie A). Rombo offensivo scatenato: solo Under non fa centro, femato da Consigli. In casa i giallorossi, con 24 reti, hanno sempre il miglior attacco. Di Francesco si dedica al turnover, pensando alla partita di sabato a Parma: dentro il fischiatissimo (e svagato) Pastore per Zaniolo, Kluivert per Perotti e Dzeko per Schick. Il gol di Babacar nel recupero sporca l’esibizione: sono 13 gare consecutive (3 di Champions) che la Roma prende gol.