Sempre più Schick
IL TEMPO ( Austini) – A tu per tu col portiere a campo aperto. L’ultima volta che gli era successo, sono iniziati i suoi guai in giallorosso: da Juventus-Roma al derby Repubblica Ceca-Slovacchia, Patrik Schick potrebbe aver chiuso un cerchio. Per ripartire.
Meglio usare il condizionale in una storia così tormentata, ma quel gol segnato in nazionale lunedì a Praga sa tanto di svolta. Non gli è uscito un tiro pauroso come quello finito addosso a Szczesny undici mesi fa, che poteva cambiare tutto e invece ha depresso lui e la Roma, stavolta Schick ha tirato fuori un pallonetto con la naturalezza dei grandi talenti.
«Sicuramente – ha raccontato Patrik dopo la partita – è uno dei più belli che ho segnato. Sono abituato nel club, capitano spesso solo due opportunità in una gara e devi sfruttarle. Può aiutarmi molto: non è facile gestire la situazione così, anche se può sembrare il contrario».
Parla come uno che si è tolto uno peso, ma almeno in nazionale ha continuato a sentirsi protagonista pure nei momenti più bui. Lunedì ha vissuto una serata splendida, con la sorella a tifare in tribuna, la fidanzata in curva e tutto lo stadio a gridare il suo nome dopo il gol e al fischio finale. Alla Slovacchia aveva già segnato la rete decisiva del 2-1 all’andata in Nations League, l’altro ieri l’unico gol della partita – il terzo nella competizione – per entrare definitivamente nel cuore dei cechi.
Si fosse sbloccato una volta per tutte? L’ultimo ricordo con la Roma è stato ugualmente bello: il primo centro stagionale con la Sampdoria e finalmente un sorriso accennato. Da oggi tornerà a lavorare a Trigoria, con serenità e un bello stimolo. Sì perché Di Francesco sta seriamente pensando di fargli giocare a Udine la seconda partita consecutiva da titolare al posto di Dzeko.
Un’idea da confermare in allenamento, valutazioni legate alle condizioni (anche il bosniaco riprende oggi dopo due partite di fila in nazionale) e a un turnover obbligato: se Schick si prende un posto a Udine, Dzeko sarà più riposato contro Real Madrid e Inter.
Per sovvertire le gerarchie servono tempo e tanti altri «fatti», ma non va dimenticato che un inverno fa Monchi stava per accelerare il processo vendendo Edin al Chelsea. Avrebbe preso Giroud o Batshuayi, ma l’operazione era pensata anche nell’ottica di proteggere l’investimento fatto su Schick che, a forza di scaldare panchine, rischia di trasformarsi in un flop.
Per Udine Di Francesco ha diversi altri dubbi. Under ha giocato ieri con la Turchia contro l’Ucraina, Kluivert è tornato dall’Under 21 coi capelli biondi e tanta voglia di restare titolare, El Shaarawy è rimasto a Trigoria ad allenarsi e sembra il più sicuro dei tre. A centrocampo De Rossi lavora per Real e Inter, quindi ancora spazio a Cristante e Nzonzi in mezzo, con Zaniolo a insidiare l’acciaccato (ma non grave) Lorenzo Pellegrini sulla trequarti. Kolarov è stato tenuto a riposo ieri dalla Serbia e dovrebbe esserci, Manolas aspetta la Champions, Karsdorp torna tra i convocati, Perotti forse.