NAPOLI-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Come scritto nel post CSKA avrei firmato alla vigilia per un pareggio a Napoli.
Vista poi la partita, al di là di quello che si può dire sulla mole di gioco dei padroni di casa, resta comunque il rammarico di aver perso due punti nel finale.
Nulla si può rimproverare alla Roma dal punto di vista dell’impegno né al suo tecnico, per la gestione obbligata della gara visti i due cambi forzati.
Ovviamente si fanno male due dei giocatori più importanti: De Rossi, che stava gestendo con ordine la situazione e Manolas, che con velocità e scivolate arrivava ovunque.
Giocare più di un tempo con Cristante non ha aggiunto nulla alla Roma, anzi. Senza accanirsi sul ragazzo, il suo inizio di stagione è praticamente impalpabile. Ma le partite scorrono e i punti a disposizione diminuiscono.
Bisognerebbe sempre andare a chiedere in società il perché dello smantellamento del centrocampo, ma è un discorso che ci porteremo dietro a lungo, come quello di aver investito quasi 60 milioni di euro sulla coppia Cristante-Pastore.
Anche Florenzi, una volta entrato, non ha fornito grande presenza, ma l’esterno era più che giustificato per una forma fisica non perfetta.
Peccato per la disattenzione finale di Kolarov; per un Albiol spuntato sulla linea di porta e soprattutto per un rigore non concesso a Džeko che avrebbe potuto cambiare le sorti della gara; per un Olsen che sì para, ma se bloccasse qualche pallone in più e stesse in generale qualche metro più avanti contribuirebbe a diminuire le sortite offensive degli avversari.
Mentre scriviamo il quarto posto dista tre punti, il primo 13: meglio evitare di guardare la classifica per qualche settimana, pensare a raccogliere punti e fare un primo vero bilancio con la pausa invernale.