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EDICOLA. Roma, peggio di prima

IL MESSAGGERO (U. TRANI) – Se questa è la Roma, capace di perdere in casa contro la Spal (0-2), serve a poco guardare la classifica. E soprattutto programmare il futuro. Basta l’assenza di qualche titolare per steccare. Non c’è però, da stupirsi. Enorme è la differenza di spessore e sostanza con chi di solito sta in panchina. Così la squadra, quando si usano le riserve, diventa modesta e non più competitiva.

Fragile, fiacca e incompiuta. Il pubblico dell’Olimpico, affettuoso e paziente, fischia solo alla fine. Non ne può fare a meno, nel pomeriggio della vergogna. Dirigenti, allenatori e giocatori: ognuno si deve prendere le proprie responsabilità che mai come in questo momento sono evidenti e pesanti.

Il club ha sopravvalutato gli acquisti dell’ultimo mercato; l’allenatore si è fidato e ha garantito che sarebbero bastati; i nuovi giocatori finora si sono fatti sentire per le parole e non certo riconoscere per i fatti. La stagione, insomma,ha preso definitivamente la piega sbagliata: 7 punti in meno di un anno fa dopo 9 partite (14 punti: raccolto peggiore dal 2012) e 7 reti incassate in più. I giallorossi, con il 1° ko interno stagionale, tornano indietro di un mese, al 23 settembre e alla sconfitta contro il Bologna al Dall’Ara. Stesso risultato. E identica performance, senza gioco e anima. E gol. Da ritrovare martedì in Champions contro il Cska.

FLOP ANNUNCIATO Ferma la Roma in campo, come se la sosta non fosse finita. E impotente contro le deboli: solo 8 punti contro 6 delle ultime 7 in classifica. I 4 successi consecutivi hanno probabilmente illuso la piazza e chi vive quotidianamente a Trigoria. Perché già a Empoli, prima della pausa per gli impegni delle nazionali, qualche spia si era accesa, segnalando difetti già visibili in altre gare della stagione.

La squadra avanza sempre sotto ritmo e quindi torna vulnerabile. È statica e scontata nella traccia, raramente efficace. Manolas in panchina, Kolarov e De Rossi in tribuna: senza di loro, mancano la personalità e l’esperienza.

E gli interpreti di scorta non danno garanzie. Di Francesco (11 formazioni diverse in 11 match), pur non sottovalutando la Spal, ha comunque sbagliato sia le mosse in partenza che quelle in corsa. Marcano, titolare accanto a Fazio, ha indebolito la difesa; Florenzi e Dzeko, stanchi per le gare giocate rispettivamente con l’Italia e la Bosnia, avrebbero dovuto riposare. Santon, invece, è rimasto,come Manolas, in panchina. Senza Schick, infortunato come Perotti, l’allenatore non ha studiato una soluzione offensiva per risparmiare il centravanti, impreciso e svogliato. E, sotto di 2 reti, nemmeno le correzioni sono servite: il frenetico Kluivert per lo spento Cristante, l’acerbo Coric (debuttante e 24° giocatore utilizzato) per il nervoso Under e il distaccato Pastore per lo svagato Luca Pellegrini.

Il finale con il 3-3-4 e Nzonzi difensore centrale certificano la confusione in campo e in panchina. Lorenzo Pellegrini, retrocesso poi da trequartista a mediano,ha centrato la traversa dalla distanza, unica occasione per riaprire il match a metà ripresa. La Spal,con il suo 3-5-2, ha rischiato poco nel 1° tempo, colpendo in contropiede con Lazzari, atterrato da Luca Pellegrini: spinta ingenua prima del rigore trasformato da Petagna. Anche Dzeko si è lamentato per una spinta in area, ma soprattutto ha fallito la chance per il vantaggio su lancio di El Shaarawy (farà cilecca pure nel 2° tempo, per il possibile pari). Il raddoppio, su corner, di Bonifazi che di testa, lasciando sul posto Cristante, ha anticipato Fazio.

FINALE INQUIETANTE Semplici cancella la serie negativa (4 ko di fila) e resiste pure in inferiorità numerica: espulso il portiere Milinkovic-Savic a 7 minuti dalla fine. Esagerato il doppio giallo di Pairetto. Ma la Roma ha addirittura rischiato di crollare: bravo Olsen su Petagna.

La Spal scopre che l’ultimo successo in trasferta con 2 gol di scarto è lontano 53 anni: 12 settembre del 1965.Ma lo stadio è lo stesso.

 

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