MILAN-ROMA. VOTI A RENDERE di Paolo MARCACCI
Nuova puntata della rubrica del nostro geniale Paolo Marcacci che da buon professore, da i voti alla giornata appena trascorsa… Una rubrica da non perdere…
10) Hamilton
Gara perfetta, come spesso accade, anche senza pioggia. Nei frangenti che contano, oltre alla malizia esibisce anche un controllo assoluto delle proprie emozioni. Forse non ce ne stiamo rendendo conto, ma il mondiale 2018 sta restituendo alla Formula Uno il pilota come elemento decisivo.
PS: risponde da signore agli insulti della folla ferrarista e questo aumenta la percezione del suo essere campione.
9) Quagliarella
La naturalezza con cui cerca ed esegue il gesto tecnico con cui trova mirabilmente il 3-0 blucerchiato, è figlia della lucida follia con cui gli artisti trovano l’intuizione. Il resto del mondo, a cominciare da Koulibaly e Ospina, non può che applaudire.
8) Raikkonen
A Monza fa tutto nella maniera giusta, a cominciare dal giro perfetto con cui ottiene la pole, che come espressione tecnica stabilisce il confine tra i buoni piloti e i fuoriclasse. Sottovalutato, forse anche a causa del carattere particolare. Se la Ferrari non fosse caduta nel tranello del cambio gomme ordito dalla Mercedes, staremmo forse parlando d’altro, oggi.
7) Nainggolan
Al “Dall’Ara” esibisce una giocata che è summa tecnica di coordinazione, tecnica e muscolarità, quando mette a segno il gol del vanataggio nerazzurro. Del resto, ne conosciamo bene i pregi, tecnici e caratteriali. Senza “ma” e “però”, quelli li lasciamo a chi ama credere alle favole.
6) Ferrero
Solito stile naïf nelle dichiarazioni del dopo Sampdoria – Napoli, con un accento di bizzarria in più per la roboante vittoria; apprezzabili, però, le parole con cui ha invitato tutti a ricordare le famiglie delle vittime del crollo del viadotto “Morandi” anche quando saranno trascorsi mesi, si saranno spente le luci dei riflettori e saranno cessati gli echi della polemica sulla tragedia.
5) Lazio
Compitino, faticoso a tratti, contro un Frosinone dall’atteggiamento scolastico.
4) Vettel
Voto speculare a quello di Hamilton, per il dato emotivo: si ricordano già quattro episodi, quest’anno, in cui una sua valutazione figlia della mancanza di freddezza o dell’ingenuità su cui l’avversario è bravo a speculare, compromette gara e classifica. Non è finita, ma monta la sfiducia non tanto per i punti di differenza, quanto per l’averlo già visto sprecare più di un “set point”, per così dire.
3) Napoli
Molle e al tempo stesso presuntuoso, supponente nell’atteggiamento agonistico, stravolto da Ancelotti con un turnover talmente massiccio da ricordare il peggior Mazzarri in Europa League.
2) Il traduttore Rai per il Gran Premio di Monza, che dice “I pneumatici” e non “Gli pneumatici”, quando parlano Bottas e Raikkonen.
1) I fischi e gli ululati a Hamilton sotto il podio di Monza. Comprensibili gli umori, non la loro violenta e sguaiata esibizione. I fuoriclasse vanno sempre omaggiato, anche quando ci svegliano da un bel sogno.