Ora riposa in pace accanto a suo marito, ultimo testimone di un calcio che non esiste più…
di Alberto MANDOLESI – Dicono che quando una persona muore, tendiamo a ricordarne solo i lati più belli. Probabilmente è vero, ma nel caso della signora Maria Sensi resta difficile non comportarsi così. La ricordo come una donna cordiale e sincera, alla quale sono legato da due episodi che dimostrano una grande onestà d’animo e, se posso dirlo, anche una stima reciproca. Da lei ho avuto il riconoscimento pubblico che mi ha dato più soddisfazione in tutta la mia carriera. Era il giorno dell’inaugurazione del Roma Store di via Appia quando si avvicinò nella sala dove avevano sistemato i giornalisti. All’improvviso, dopo averci salutato uno ad uno, si rivolse ai presenti indicandomi agli altri: “Ecco la nostra ‘Anima Candida’ – mi chiamava sempre così perché mi reputava una persona ingenuamente onesta – Vorrei che tutti seguiste il suo esempio. Alberto è uno che non ci ha mai risparmiato critiche, ma lo ha fatto sempre senza prevenzione, e soprattutto con grande educazione”. Quelle parole mi fecero un piacere immenso, perché non mi era mai capitato, e non mi è mai più capitato, di vedere riconosciuto come positivo l’esercizio della critica. Il secondo episodio è legato alla scomparsa del presidente Franco Sensi. Al Campidoglio, dove era stata allestita la Camera Ardente, c’era una fila chilometrica. Scelsi di rispettarla proprio come facevano tutti gli altri tifosi anche se avevo notato che c’era un ingresso secondario per gli addetti ai lavori. Una volta giunto vicino al feretro, la Signora mi riconobbe, venne subito verso di me, e sollevando il cordone che la separava dal fiume di persone che si soffermavano un momento per recitare una preghiera e scorrere in avanti, mi disse: “Ma cosa fa lì? Venga con la nostra famiglia e si sieda accanto a noi”. Quello per me fu un clamoroso gesto di affetto che non ho mai dimenticato. Ora riposa in pace accanto a suo marito, ultimo testimone di un calcio che non esiste più ❤️ ❤️ ❤️